sabato 26 maggio 2012

Brano dal libro "Deserto Verde" di Alfio Giuffrida - La storia dei Re Magi

Mario pensava che nessuno sapesse di quel prestito, per cui, a quella rivelazione, si preoccupò molto e a poco sarebbero valse le parole con cui lo scrittore Leonardo Sciascia, nel suo libro “Il giorno della Civetta”, aveva criticato coloro che si fanno mettere paura dalle minacce dei prepotenti, classificando le persone in cinque categorie: «gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà…».

Non gli importava nulla se lui sarebbe stato classificato nell’ultima categoria indicata da Sciascia, se gli amici lo avrebbero poi deriso al suo ritorno in Sicilia.

«Dottò, io ho famiglia», disse Mario con trepidazione, «io me ne frego dei soldi o delle beffe che potranno farmi al paese. Se io non porto da mangiare a casa, mia moglie e i miei figli moriranno di fame.

Ma ditemi, perché ha tirato fuori la storia dei Re Magi? c’è sotto qualche altro tranello? Vi prego, raccontatemi il fatto della strage degli innocenti, voi che tutte queste cose le sapete.» continuò Mario temendo che potessero esserci altri pericoli per la sua vita e al tempo stesso incuriosito per le rivelazioni che gli aveva fatto quell’uomo senz’altro molto più istruito di lui.



«Stai tranquillo», lo rassicurò Alberto, «la storia dei Re Magi non ha nessun tranello sotto. Racconta solo il fatto che la nascita di Gesù fu legata ad un evento astronomico eccezionale.

Penso che la persona che ha usato questo accostamento lo abbia fatto solamente per impaurirti con la strage degli innocenti e dirti che puoi scegliere tra l’incenso, che può essere preso come simbolo di benedizione e la mirra, che al tempo di Cristo veniva usata per imbalsamare i cadaveri e quindi può essere vista come un simbolo di morte.»

«Una volta ho assistito ad una conferenza sulla nascita di Gesù,» continuò Alberto, notando che quell’uomo era ancora terrorizzato per le minacce che aveva ricevuto e attendeva il resto della storia perché le sue parole lo calmavano, «che aveva per argomento principale la “Stella Cometa”.

Quello fu il nome dato a quella strana figura, simile ad una stella allungata, che il pittore Giotto raffigurò per la prima volta nel 1303 in un complesso di affreschi dedicato alla “Adorazione dei Magi”, che si trova a Padova, nella Cappella degli Scrovegni.

Da allora la Stella Cometa fu presa come simbolo dell’annuncio di quell’eccezionale avvenimento, cioè la Nascita di Gesù, segno dato ai Re Magi per suggerire loro la direzione giusta per andare ad adorarlo.

In effetti il Vangelo parlava solo di una “Stella di Betlemme”, e ciò è scientificamente corretto in quanto già da qualche millennio prima della nascita di Cristo, gli astronomi sapevano bene la differenza tra una Stella e una Cometa, che sono due cose totalmente diverse.

Per cui l’associazione “Stella Cometa” fatta dal popolo e riferita al dipinto di Giotto è solo una termine emotivo, ma non un evento realmente possibile.

Con questo ragionamento, il conferenziere mise in dubbio la credenza che i Re Magi fossero stati guidati dalla Stella Cometa, ciò gli serviva per mettere in discussione anche il giorno della nascita di Gesù, che la maggior parte della popolazione pensa che corrisponda al 25 dicembre dell’anno zero del nostro calendario, mentre in effetti non è così.»



Mario lo guardava come un profeta «Mi racconti questa storia, Dottò», disse interessato, «che mi fa piacere sentire come siano andate realmente le cose che a noi poveretti vengono raccontate secondo la tradizione e di questa ci dobbiamo accontentare, mentre Voi Signori che avete studiato, conoscete la verità storica e non le storielle propinate a noi più ignoranti che sanno tanto di presa in giro.

Tanto, riguardo ciò che dovrò fare nei prossimi giorni, penso di avere già preso la mia decisione.».  

«Non si tratta di prendere in giro.» continuò Alberto un po’ risentito, «A volte non si ha la possibilità o l’interesse di studiare a fondo come siano andati realmente i fatti storici avvenuti molti secoli fa, per cui ci affidiamo alle leggende che spiegano bene le cose sicuramente vere, mentre su quelle per le quali si hanno dei dubbi, amplificano a dismisura le gesta dei personaggi che ci interessano.



In effetti i Re Magi erano probabilmente dei Sacerdoti del Profeta Zarathuštra. Essi sapevano che, secondo una profezia dell’Antico Testamento, doveva nascere un Re che avrebbe riunito tutte le popolazioni dei Giudei, a quel tempo sparse in tutto l’Oriente.

Inoltre quella nascita era legata ad un evento astronomico eccezionale, quale la congiunzione delle orbite dei pianeti Giove e Saturno, evento che sarebbe stato visibile nelle sua pienezza solo in una regione limitata della Terra allora conosciuta, attorno al Mar Morto.

I sacerdoti erano degli illustri astronomi ed essendo dei fidi consiglieri del Re, venivano spesso chiamati loro stessi con l’appellativo di Sovrano.

Quando si resero conto, secondo i loro calcoli, che la data della congiunzione delle orbite di Giove e Saturno era ormai vicina, furono inviati dal loro Re in Palestina per verificare se in quella regione si potesse effettivamente vedere quell’evento astronomico eccezionale e se, come era scritto nella profezia, fosse nato un bambino che avesse avuto le caratteristiche richieste per diventare il Re che loro aspettavano.     

Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, al loro arrivo a Gerusalemme, per prima cosa fecero visita a Erode, il Re della Giudea romana, per sapere se in quella regione era già nato un bambino, discendente diretto dalla stirpe di Davide, che potesse soddisfare alle caratteristiche descritte nel Vecchio Testamento.



Erode, che non conosceva la profezia, rimase turbato da quella storia che loro raccontarono e chiese ai suoi Scribi quale fosse il luogo ove il Messia doveva nascere. Saputo che si trattava di Betlemme, inviò i Magi in quel luogo, con la scusa di trovare il bambino, raccomandando loro di ritornare da lui e riferire i dettagli del luogo dove lo avevano trovato.

In effetti Erode temeva che la profezia fosse vera, per cui voleva solamente avere quel bambino tra le sue mani per ucciderlo, prima che diventasse adulto e potesse contendergli il posto di Re.

Ma i Re Magi furono avvertiti in un sogno di non ritornare da Erode, per cui egli si infuriò e ordinò quella che è passata alla storia come la “Strage degli innocenti”, che consisteva nell’ordine dato alle sue guardie di uccidere tutti i bambini di età inferiore a due anni, nati in tutta la Palestina.»



Mario ascoltava incredulo ed estasiato quel discorso, per un momento riuscì ad estraniarsi da tutti i suoi gravi problemi concentrandosi su un ragionamento che ribaltava tutte quelle verità che da bambino aveva creduto per fede, ma non si era mai posto il problema di sottoporle ad una verifica.

«E quando sono avvenuti tutti questi fatti?», chiese Mario con interesse, avendo ormai compreso che il ritrovamento delle monete era da interpretare come lo aveva descritto Alberto.



«In effetti la data della nascita di Gesù», continuò Alberto, « fu fissata dal monaco e storico Dionigi il Piccolo, vissuto dal 500 al 545 dopo Cristo, per servire come giorno iniziale dell'era cristiana e da allora non è stata mai modificata anche se sembra ormai dimostrato che sia errata per vari motivi.

Un primo errore, dovuto ad una inesatta informazione sul numero degli anni in cui regnò l’Imperatore romano Augusto, introdusse uno scarto di circa 4 anni, per cui si pensò che la nascita fosse avvenuta nel 4 a.C., cioè prima della morte di Erode I il Grande.

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