sabato 26 marzo 2011

Lo sciamano siberiano

Alfio GIUFFRIDA - Deserto Verde – Editore Aracne – È il nuovo, entusiasmante romanzo del Generale Alfio Giuffrida. Si trova sul sito:  http://store.aracneeditrice.com/it/index.php
Accedendo alla “Ricerca avanzata” e scrivendo il titolo o il nome dell’Autore. Oppure si può richiedere in libreria.

Lo sciamano era un vecchio con la barba bianca, parlava correttamente il francese e si vedeva che era un uomo colto e saggio. Guardò Giulia con attenzione e subito si mostrò preoccupato, «Non c’è un minuto da perdere», disse, «aiutami a portarla in casa, dovremo iniziare una seduta il più presto possibile.»
Fece sdraiare Giulia su un piccolo divano di vimini, le slacciò la camicetta, le aprì la bocca a forza e la bloccò con un pezzetto di legno. 
Prese una boccettina piccola che conteneva un siero, ne versò poche gocce sulla lingua, poi invocò a gran voce gli spiriti affinché facessero assorbire la medicina alla indemoniata.
Si mise addosso un pesante costume, fatto di pelli di renna, con piume di uccello nelle cuciture, ornato di monili e campanellini, indossò poi un cappello, delle particolari calzature e prese in mano un bastone.

Cominciò una specie di danza, invocando sempre gli spiriti affinché uscissero dal corpo della ragazza, lei si dimenava e sudava ancora più forte, ma lo sciamano vide che le sue invocazioni non erano efficaci, evidentemente il male che aveva dentro era più forte di quanto lui avesse pensato.
Si fermò un attimo, chiese ad Alberto il punto esatto dove era stata morsa, strofinò un unguento su quel dito e sul collo della ragazza, poi ricominciò la danza ad un ritmo indemoniato, ma non accadde ancora nulla.
Dalla sua pelle le gocce di sudore cadevano copiose sul pavimento formando delle piccole pozze. Lo sciamano si aspettava che uscisse qualcosa dalla bocca della ragazza ed invece ciò non accadeva. Sentiva che la stava perdendo, capiva che quella ragazza aveva qualcosa di sciamanico anche lei, qualcosa che era più forte di lui.

Il vecchio era ormai stremato, sia per il ritmo della danza che per la rabbia, non riuscendo a vincere il male che quella ragazza aveva dentro.
Si sedette per qualche minuto e chiese ad Alberto se la ragazza avesse qualche antenato che poteva essere stato uno sciamano, era importante saperlo perché vedeva che il suo corpo era molto resistente alle “medicine” e alle “cure” che lui aveva praticato. Alberto rispose che non sapeva quasi nulla di quella ragazza, la conosceva appena.
Il volto del vecchio era teso, si vedeva che anche lui era pervaso dagli spiriti maligni, ma non si arrese, fece un grosso sospiro per farsi coraggio e svestì completamente la ragazza.
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La vita a Pechino

Alfio GIUFFRIDA - Deserto Verde – Editore Aracne – È il nuovo, entusiasmante romanzo del Generale Alfio Giuffrida. Si trova sul sito:  http://store.aracneeditrice.com/it/index.php
Accedendo alla “Ricerca avanzata” e scrivendo il titolo o il nome dell’Autore. Oppure si può richiedere in libreria.

«Nel 1971 mi trovavo in Cina, vivevo a Pechino in uno degli “hutong” nel quartiere di Gulou. Lavoravo dipingendo dei vasi di terracotta che poi cuocevo mettendoli in grandi forni.
Non avevo mezzi di locomozione, così un giorno non resistetti alla tentazione di rubare una bicicletta. Vi saltai sopra e pedalai a perdifiato verso piazza Tien Ammen, ma nella foga della corsa investii una donna che attraversava la strada.
Per fortuna non si fece nulla, la aiutai a rialzarsi e cominciai a parlare con lei. Parlava correttamente il polacco, per cui riuscimmo a capirci molto bene.
Mi disse di essere italiana e che in quel momento vagava senza una meta e, come me, aveva un grande bisogno di confidarsi con qualcuno. Aggiunse di essere venuta in Cina al seguito di una missione umanitaria, alla quale aveva aderito per poter fuggire dall’Italia, dopo una violenta lite con il marito.
Ma dopo pochi giorni, si era resa conto che quella vita ai margini della società non faceva per lei, tuttavia non voleva più tornare in Italia, desiderava solo essere libera di poter vivere a Pechino in maniera decorosa, trovandosi un lavoro.
Quella donna aveva molte cose in comune con te, anche se l’uomo che aveva scelto non era quello giusto. Aveva assoluto bisogno di trovare qualcuno che l’ascoltasse e, visto che anch’io ero solo ed avevo bisogno di compagnia, fu felice di raccontarmi la sua storia, aveva voglia di vivere, ma la sua mente era frastornata.

La portai nel parco del “Tempio del Cielo”, un posto che a lei sembrò come il paradiso e passeggiammo nei viali, felici e spensierati, poi trovammo un grande albero con il tronco cavo.
Vi mettemmo dentro un bigliettino con i nostri nomi, io scrissi Alexander, lei Teresa, ma si capiva che erano dei nomi inventati, in quel periodo c’erano molte persone in Cina che avevano bisogno di vivere in incognito.
Dicemmo che quello sarebbe stato il nostro posto segreto, dove avremmo potuto mettere i sogni per una nuova vita. Mi chiese se potevo procurarle un lavoro, anche umile, per vivere a Pechino autonomamente e rifarsi una vita.

La portai con me e la presentai al padrone della fabbrica dove lavoravo, lei disse di saper disegnare e il padrone le diede subito un piccolo vaso da dipingere. Effettivamente aveva delle grandi capacità artistiche, in pochi minuti eseguì un disegno bellissimo, per cui il padrone l’assunse, permettendole di lavorare con me.  
Quella notte la portai nel mio piccolo alloggio. Ci amammo con dolcezza e con fervore, nonostante tra me e lei ci fossero oltre venti anni di differenza di età. Furono dei momenti dolcissimi, un vero balsamo sulle ferite causate dalla solitudine psicologica, che tutti e due avevamo sofferto per tanto tempo.
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martedì 22 marzo 2011

Deserto Verde

Alfio GIUFFRIDA - Deserto Verde – Editore Aracne –
È il nuovo, entusiasmante romanzo del Generale Alfio Giuffrida.
Accedendo alla “Ricerca avanzata” e scrivendo il titolo o il nome dell’Autore. Oppure si può richiedere in libreria.

Lo spunto che dà vita alla vicenda è il fenomeno meteorologico detto “Oscillazione Mediterranea”, scoperto alla fine degli anni ’80 dall’allora Col. Michele Conte e dal sottoscritto. Tale argomento è stato poi ripreso da molti insigni studiosi ed è stato oggetto di numerose conferenze in Italia e all’estero.
In questo romanzo si ipotizza la creazione di un’oasi nella zona meridionale della Tunisia che, nel periodo durante il quale le precipitazioni sono più abbondanti, sarebbe favorita da tale fenomeno. La storia presenta al pubblico il dorato mondo delle conferenze internazionali.
Si immagina quindi la realizzazione di un progetto scientifico, nel quale si intreccia la storia d’amore di Alberto e Giulia, che vivono un paio di anni della loro vita tra luoghi incantevoli e scenari meravigliosi.
Ma nella vicenda sorgono presto interessi economici ed accadono incidenti di lavoro. Su di loro si accaniscono fatti di sangue e gelosie, storie di droga e perversioni.
Nel testo sono abilmente inserite anche questioni  controverse di grande attualità, riguardanti i fatti storici della nascita di Gesù, il celibato dei preti ed il Sang Real, che secondo alcuni potrebbe essere la stirpe di Cristo e di Maria Maddalena.
Si parla anche delle rivalità tra Tuareg e Berberi e delle proprietà mediatiche di uno sciamano. Vengono inoltre descritte alcune curiosità tecniche, come una riattaccata al momento dell’atterraggio di un aereo e viene ricordata la Battaglia di Tit, che segnò la conquista del Sahara da parte dei francesi.
Naturalmente i personaggi sono tutti di fantasia, anche se a volte sono legati a fatti reali.

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giovedì 17 marzo 2011

L'ORIGINE DI UNA TROMBA D'ARIA

L’estate si avvicina, il tempo è bello, eppure, anche in estate, a volte avvengono dei fenomeni meteorologici di grande spettacolarità, che purtroppo segnano distruzione al loro passaggio: le trombe d’aria.
La  tromba  d'aria è un vortice violentissimo del vento,  di  breve durata,  che si forma generalmente all’interno di un cumulonembo, cioè quel tipo di nube scura, a forte sviluppo verticale, che spesso è causa di forti temporali.
A vederla, si presenta come una nube a forma di tubo che ruota su se stesso, che parte dal suolo e si allarga verso l’alto, sembra quindi una “tromba” sospesa in aria, da ciò deriva il suo nome. Essa si può formare in breve tempo, anche quando le condizioni atmosferiche generali non sono perturbate, per cui è assai difficile da prevedere.
Strutturalmente è molto  simile,  ma di dimensioni assai ridotte, ai tornado che  si formano nei Caraibi e che seminano ingenti distruzioni sulle coste degli  Stati Uniti.
L’origine della tromba è una forte differenza di pressione tra il livello del suolo e la massa d’aria posta sopra di esso. Nell’atmosfera, all’aumentare dell’altezza la pressione è sempre in diminuzione, tuttavia in certi casi, a causa di un movimento divergente del vento in quota che tende a svuotare una certa zona di atmosfera o, come più spesso accade, a causa di un cumulonembo, la diminuzione della pressione è più intensa e l’aria è costretta a muoversi molto velocemente dal basso verso l’alto.
Se la Terra non ruotasse attorno al proprio asse, si avrebbe solamente una forte corrente ascensionale. A causa della rotazione terrestre, la massa d’aria assume invece un moto vorticoso che è tanto più forte quanto maggiore è la velocità dell’aria verso l’alto. Questo fenomeno, che a prima vista potrebbe sembrare strano, è invece molto frequente. Ne abbiamo un esempio quando sturiamo un lavandino e notiamo che l’acqua, scorrendo verso il basso, assume un moto rotatorio. Il movimento vorticoso di una tromba d’aria è dovuto allo stesso principio fisico.  
Naturalmente la tromba può formarsi anche in mare, ed in questo caso viene detta tromba marina.
La formazione delle trombe d’aria è quindi legata alla presenza di nubi temporalesche e queste sono frequenti in estate, soprattutto quando una massa d’aria fredda scorre sopra un terreno ricco di acqua, come ad esempio la pianura padana, oppure sopra un mare caldo, o poco profondo. In tal senso il Mediterraneo fornisce un facile innesco essendo un mare abbastanza caldo e, in alcune zone come l’Adriatico o il golfo della Sirte, veramente poco profondo. 
La potenza distruttiva della tromba è dovuta alla velocità del vento che, nella zona dove passa, è attorno  ai 200 km/orari, ma ciò che la rende più pericolosa è la  pressione  eccezionalmente bassa, nella parte interna del “tubo” essa  è dell'ordine di 800  millibar (unità di misura della pressione) o inferiore, che risucchia tutto ciò che trova sotto  di essa. E’ molto difficile misurare la pressione all’interno di una tromba, sia perché la striscia  dove passa è molto ridotta e quindi è  difficile  che passi proprio  su  uno strumento di misura, sia perchè, se  ci passasse, probabilmente  lo  distruggerebbe.
In Italia le zone maggiormente colpite dal fenomeno delle trombe d'aria sono le aree pedemontane alpine, il Friuli, il Ponente Ligure, le coste dall'alta Toscana e del Lazio e la Sicilia orientale.
La zona interessata è una striscia, di larghezza variabile tra una decina ed un centinaio di metri, mentre la lunghezza è di qualche chilometro e dipende comunque dalla durata della tromba.

Alfio GIUFFRIDA

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http://www.climtemonitoring.it   oppure  http://www.astrotizio.sitiwebs.com/page4.php

mercoledì 16 marzo 2011

Il 1816: l'anno senza estate.

Il 1816 fu definito “L’anno senza estate”, a causa delle temperature molto basse che si verificarono su gran parte della Terra, soprattutto negli Stati Uniti e nel Canada.
Le maggiori anomalie iniziarono nel maggio 1816. Il ghiaccio distrusse la maggior parte dei raccolti, e a giugno due grandi tempeste di neve, nel Canada orientale e nel New England, provocarono molte vittime. All'inizio di giugno, quasi trenta centimetri di neve ricoprirono Québec. A luglio ed agosto i laghi e i fiumi ghiacciarono in Pennsylvania e altre tre gelate colpirono il New England, distruggendo tutti gli ortaggi.

Si ritiene che questa eccezionale anomalia fu causata dall'eruzione del vulcano Tambora, nell'isola di Sumbawa, in Indonesia, avvenuta dal 5 al 15 aprile 1815. Tale eruzione immise grandi quantità di cenere vulcanica negli strati superiori dell'atmosfera, dove rimasero per oltre un anno, ricadendo molto lentamente sulla terra. A causa di ciò, la temperatura globale dell’aria nei bassi strati diminuì notevolmente, poiché la luce solare faticava ad attraversare l'atmosfera.
L'eruzione del Tambora fu anche la causa, in Ungheria, della caduta di neve sporca di cenere. Qualcosa di simile accadde anche in Italia, che per un anno circa vide cadere della neve rossa, si crede a causa di pulviscolo disperso nell'atmosfera.
Tra le eruzioni vulcaniche molto potenti, che hanno determinato temporanei cambiamenti climatici sul nostro pianeta, possiamo ricordare quella di Santorini in Grecia del 1628 a.C. e quella del Kracatoa, in Indonesia, del 1883.
Altre notizie riguardanti la meteorologia, i cambiamenti climatici e la vulcanologia possono essere disponibili sui siti:
     


domenica 6 marzo 2011

Arcobaleno

L'arcobaleno è un fenomeno ottico e meteorologico che si può osservare quando la luce del Sole attraversa le gocce d'acqua rimaste in sospensione nell’aria dopo un temporale, o presso una cascata o una fontana.
Visivamente è un arco composto da sette colori principali: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto, con il rosso all'esterno e il viola nella parte interna. Gli arcobaleni più spettacolari possono essere osservati quando metà del cielo è ancora scuro per le nuvole di pioggia e l'osservatore si trova in un punto con sopra il cielo sereno. L'effetto dell'arcobaleno è anche comune vicino alle cascate o alle fontane.
Da un aeroplano, si ha l'opportunità di vedere un arcobaleno a forma di cerchio intero, con l'ombra dell'aereo nel suo centro.
È difficile fotografare l'arco completo di un arcobaleno, in quanto sarebbe necessario un obiettivo grandangolare molto spinto.
Fin dall'antichità l'arcobaleno è sempre stato considerato un fenomeno atmosferico affascinante e legato alle divinità.
Nella Bibbia, l'arcobaleno è un simbolo del Patto di alleanza tra Dio e l'uomo. Dopo il diluvio universale, fu la promessa di Dio a Noè che non avrebbe mai più inondato l'intera Terra.
Per la filosofia buddista, l'arcobaleno è la scala con la quale Buddha ridiscende dal cielo. Anche in Cina l'arcobaleno assume un significato: l'insieme dei suoi colori rappresenta l'unione dello yin e dello yang, l'armonia dell'universo e della sua fecondità.

Già Aristotele aveva tentato di spiegare scientificamente la formazione dell'arcobaleno, ma fu solo con Cartesio che si ebbero i primi trattati matematici corretti su questo fenomeno.
La formazione dell'arcobaleno è determinata da tre effetti ottici distinti: rifrazione, riflessione e dispersione. I raggi solari infatti, quando entrano in una goccia di pioggia, supposta sferica, vengono rifratti, cioè deviano la loro traiettoria. Ciò deriva da un principio fisico che si verifica quando un raggio luminoso passa da un ambiente poco denso (l’aria) ad uno più denso (l’acqua). Poiché questa deviazione è leggermente diversa per i vari colori che compongono la luce bianca (quella del Sole), avviene anche il fenomeno della dispersione. In pratica quello che inizialmente era un unico raggio di luce bianca, diventa un fascio di luce colorata. Quando infine questo fascio colorato arriva alla parete opposta della goccia, esso viene riflesso e rimandato indietro verso l’osservatore che può vederlo perché si evidenzia bene sul fondo scuro della nube che lo forma.
Il principio ottico che abbiamo descritto è lo stesso che causa la dispersione della luce quando osserviamo un brillante.
Cartesio spiegò anche il perché l’arcobaleno ha la forma di “arco” più o meno completo, che noi vediamo in cielo. Essa infatti è dovuta al fatto che noi vediamo i raggi che arrivano al nostro occhio dall’insieme delle gocce che formano la nube. Per questo l’arcobaleno ci appare molto grande quando la nube è lontana e un po’ più piccolo quando la nube è vicina.