venerdì 22 luglio 2016

Il "Buonismo" e il "Falso Buonismo"

Il Buonismo è esser buoni con il prossimo, soprattutto i più deboli. Aiutarli in modo discreto, usando solamente le proprie forze, senza mai coinvolgere gli altri. È una cosa meravigliosa che solo pochissime persone hanno la forza di fare.

Il Falso Buonismo è: invogliare le persone ad esser buoni con gli altri. Sbandierare ai quattro venti ciò che noi tutti dovremmo fare per il bene dell’umanità, affermare che “donare” è un bene prezioso, che dà molte più soddisfazioni a chi dà che a chi riceve. È pura Ipocrisia, perché mostra un solo lato del problema, nascondendo i sacrifici che quel gesto, tanto declamato, comporta! Ed è anche ingiustizia, se non è fatto con un certo criterio.

Spesso il Falso Buonismo è ancora peggio, quando le persone che lo praticano lo fanno per interesse, perché ci guadagnano sopra, arricchendosi sulle disgrazie altrui. Queste persone possono essere dei volti noti, che potrebbero esser loro per primi ad aiutare economicamente molte persone sfortunate, mentre invece preferiscono fare uno spot pubblicitario, magari senza prendere alcun compenso, ma solo un lauto rimborso spese. Oppure, ancora peggio, quando queste persone sono dei politici! Perché alcuni di essi si presentano agli elettori con la faccia da buonisti: Falsi, Ipocriti!!

Ecco perché il mio nuovo libro si intitola: “Odore di sujo”!

È un romanzo, ma è anche un atto di accusa verso tutta la classe politica. Il sujo, infatti, è la puzza più profonda, che non si sente col naso ma con la mente. È il modo di puzzare di alcuni politici, che con Ipocrisia si sono presentati agli elettori come benefattori e poi li hanno traditi sporcandosi le mani nel peggiore dei modi.

Odore di sujo è pronto, ma è ancora alla ricerca di un editore, appartiene al genere letterario “Verismo Interattivo”, che consiste nell’inserire, nel testo dei romanzi, degli spunti di discussione su argomenti sociali e di attualità, che poi possono essere commentati in dei FORUM, come ad esempio quello già esistente su questo sito, dove già sono attive molte discussioni.

In esso, oltre al coinvolgimento della classe politica in affari di droga, sono trattati diversi problemi, tra cui il grande dilemma che, da dieci anni, attanaglia i telespettatori: I Processi si fanno in Tribunale o a Quarto Grado? Un altro problema scottante è quello dei gay, in particolare quando devono celare il loro stato in quanto sono anche dei preti o magistrati.

mercoledì 13 luglio 2016

Maria Pace - Inno ad ATON

sito web Per gentile concessione della scrittrice Maria Pace

Inno ad Aton



Bella è la tua alba, Aton Vivente, Signore dell’Eternità.
Tu sei fulgente, bello e forte.
Grande e profondo è il tuo amore.
I tuoi raggi illuminano gli occhi di ogni creatura;
il tuo disco diffonde la luce che fa vivere i nostri cuori. 

Tu hai colmato le Due Terre del tuo amore,
Magnifico Signore che ti sei creato da te stesso,
che hai creato la Terra e tutto ciò che vi si trova:
uomini, animali e alberi che sbocciano dal suolo.  

Sorgi, dunque per dare loro la vita,
poiché tu sei padre e madre di tutte le creature.
I loro sguardi si levano verso di te quando ascendi nel firmamento.
I tuoi raggi rischiarano tutta la Terra.
Ogni cuore si riempie di entusiasmo quando ti vede,
quando tu gli appari  come il Signore.
quando ti corichi dietro l’orizzonte dell’occaso del cielo
le creature si addormentano come morte,
le loro menti si annebbiano
le loro nari si chiudono fino a che il tuo fulgore
si rinnovella il mattino, dall’estremo orientale del cielo. 

Allora levano le braccia e invocano il tuo spirito.
La tua bellezza ridesta alla vita e si  rinasce.
Tu ci offri i tuoi raggi e tutta la terra è festante:
si canta, si suona, si mandano grida di gioia
nella corte del castello dell’Obelisco,
nel Tempio di Aketaton, la grande piazza che ti piace tanto,
ove ti si fanno le offerte di cibo. 

Aton tu sei eterno.
Hai creato il lontano cielo per innalzartici
e dall’alto mirare tutte le cose che hai create.
Tu sei uno eppure dai la vita a milioni di esseri.
Le loro mani ricevono da te il soffio vitale.
Quando esse vedono i tuoi raggi, tutti i fiori vivono,
essi che sbocciano dal suolo e si  schiudono al tuo apparire,
si inebriano della tua luce.
Tutti gli animali si rialzano subitamente,
gli uccelli che riposavano nei nidi dischiudono le ali,
le aprono per pregar Aton, fonte di vita 

(Composto quasi sicuramente dal faraone Amenopeth IV meglio conosciuto cone AkenAton - il Faraone Eretico)
 
Commento di Alfio Giuffrida
Maria Pace, ex insegnante e ricercatrice di antiche etnie, è una scrittrice. E’ stata già ospite di questo sito. Il suo modo di scrivere ha molto in comune con il VERISMO INTERATTIVO ed infatti, nella pagina FOUM è già aperta una interessante discussione sull’Antico Egitto.
 Per maggiori informazioni vedi il sito http://www.mariellapace.altervista.org/ .

 

giovedì 7 luglio 2016

Arcobaleno di ordine tre

In un precedente articolo abbiamo illustrato, in forma elementare, come si forma un arcobaleno. Nei giorni scorsi, durante un tramonto, mi è capitato di osservare due piccole zone colorate, ai lati del sole, che hanno destato la mia curiosità. Forse si tratta di un fenomeno che raramente si riesce ad osservare: l’arcobaleno di ordine tre.

Per interpretare questa frase dobbiamo addentrarci nella spiegazione scientifica del fenomeno, usando termini che possono essere poco chiari a chi non è esperto nella materia. Ci scusiamo con loro, cercheremo di essere più chiari possibile. Inoltre, riferendomi ai lettori che sono più esperti di me, vi prego di confermare le mie supposizioni (perché in effetti si tratta solo di idee che non hanno un sufficiente supporto di ottica fisica), oppure di commentarle (su    http://www.alfiogiuffrida.com/Forum-Dettaglio.aspx?args=AE9C24A791CEF1A484AAD649C374A71748BF3E9532A46192   ) con la spiegazione corretta.

Isaac Newton fu il primo a dimostrare che la luce bianca era il risultato della sovrapposizione di tutti i colori dell'arcobaleno che, a loro volta,  potevano essere separati in uno spettro completo di colori da un prisma di vetro. Nel 1820, il fisico inglese George Airy, grazie ai continui progressi nella teoria ottica, riuscì a dare una comprensione sempre più completa del fenomeno dell’arcobaleno.

In particolare si è visto che oltre all’arcobaleno primario, ne esistono altri. Essi sono dovuti alle riflessioni successive che avvengono all’interno delle gocce di pioggia. Il primo, ben più brillante degli altri, appare sotto forma di archi colorati circolari aventi per centro il punto opposto alla direzione del sole.

L’arcobaleno secondario, non sempre visibile, è concentrico ed esterno al primario e presenta i colori disposti in ordine opposto, con il rosso all’interno e il violetto all’esterno. Tra l’arcobaleno primario e secondario si può notare una fascia meno luminosa, detta fascia scura di Alessandro, dal filosofo greco Alessandro di Afrodisia che per primo la descrisse.

Un terzo arco, detto terziario, ha dimensioni (angolari) e colori uguali a quelle dell’arco primario ma è posto dalla stesso lato del sole. Esso ha una luminosità così bassa da essere difficilmente visibile, inoltre la luce del sole è talmente forte, che è indispensabile schermalo in qualche modo per potere osservare i deboli colori dell’arcobaleno.

Altri archi, detti soprannumerari, dovuti all’interferenza della luce nelle gocce, giacciono all’interno dell’arco primario e sono ugualmente poco visibili, in genere solo presso la sua parte più alta.

Soffermiamo adesso la nostra attenzione all’arco terziario: esso è difficile da osservare, non tanto perché è raro, quanto perché la sua luminosità è troppo debole, in quanto si trova dallo stesso lato del sole e la sua visibilità è offuscata dalla luce, molto intensa, del sole stesso. Vi prego adesso di osservare con attenzione le tre foto che allego. Mi scuso della qualità in quanto sono state scattate con un cellulare (Samsung S4 mini).

 
 
Le prime due foto sono state scattate aprendo la finestra (del ristorante dove mi trovavo, in provincia di Pesaro, verso le ore 21 del 21 giugno), per non avere l’interferenza del vetro. Nella prima si nota una banda colorata (evidenziata nel cerchietto in alto) e la sua riflessione sul mare (cerchietto in basso). La seconda foto è stata scattata usando lo zoom ottico del cellulare, ottenendo una immagine ingrandita ma di qualità leggermente inferiore. Ho aggiunto un cerchietto per evidenziare la banda colorata e una scritta per indicare la posizione del sole, che ho volutamente lasciato fuori dell’inquadratura per rendere visibile l’archetto colorato.

La terza foto è stata scattata con la finestra chiusa (fortunatamente i vetri erano abbastanza puliti), schermando il sole con la struttura della finestra, in modo da evidenziare che le bande colorate sono due e sono simmetriche rispetto al sole. Il fenomeno è rimasto visibile per uno o due minuti, poi non si è visto più. Ciò spiega il mio modo estremamente artigianale, veloce e rudimentale di procedere. Tuttavia queste poche immagini, analizzate da una persona esperta in fisica ed in particolare in ottica, possono essere di aiuto ad interpretare un fenomeno abbastanza inusuale.
Io ho pensato che si potesse trattare di due brevi tratti di un arcobaleno visibile dallo stesso lato del sole (l’arcobaleno primario e secondario vi vedono dalla parte opposta rispetto al sole), tuttavia le mie conoscenze non mi permettono di affermare ciò. Se qualcuno, esperto in materia volesse approfondire l ‘argomento, può rispondere con un commento sul forum del sito http://www.alfiogiuffrida.com/Forum.aspx  , nella discussione: Libri – Il Clima e l’Ambiente. – Dove si leggono già molti commenti su un altro argomento di sicuro interesse: il Diluvio Universale.
Vi ringrazio a nome mio personale e della scienza in generale.  

L’Arcobaleno


L'arcobaleno è un fenomeno ottico e meteorologico che si può osservare quando la luce del Sole attraversa le gocce d'acqua rimaste in sospensione nell’aria dopo un temporale, o presso una cascata o una fontana.

Visivamente è un arco composto da sette colori principali: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto, con il rosso all'esterno e il viola nella parte interna. Gli arcobaleni più spettacolari possono essere osservati quando metà del cielo è ancora scuro per le nuvole di pioggia e l'osservatore si trova in un punto con sopra il cielo sereno. L'effetto dell'arcobaleno è anche comune vicino alle cascate o alle fontane.

Da un aeroplano, si ha l'opportunità di vedere un arcobaleno a forma di cerchio intero, con l'ombra dell'aereo nel suo centro.

È difficile fotografare l'arco completo di un arcobaleno, in quanto sarebbe necessario un obiettivo grandangolare molto spinto.

Fin dall'antichità l'arcobaleno è sempre stato considerato un fenomeno atmosferico affascinante e legato alle divinità.

Nella Bibbia, l'arcobaleno è un simbolo del Patto di alleanza tra Dio e l'uomo. Dopo il diluvio universale, fu la promessa di Dio a Noè che non avrebbe mai più inondato l'intera Terra.

Per la filosofia buddista, l'arcobaleno è la scala con la quale Buddha ridiscende dal cielo. Anche in Cina l'arcobaleno assume un significato: l'insieme dei suoi colori rappresenta l'unione dello yin e dello yang, l'armonia dell'universo e della sua fecondità.

 

Già Aristotele aveva tentato di spiegare scientificamente la formazione dell'arcobaleno, ma fu solo con Cartesio che si ebbero i primi trattati matematici corretti su questo fenomeno.

La formazione dell'arcobaleno è determinata da tre effetti ottici distinti: rifrazione, riflessione e dispersione. I raggi solari infatti, quando entrano in una goccia di pioggia, supposta sferica, vengono rifratti, cioè deviano la loro traiettoria. Ciò deriva da un principio fisico che si verifica quando un raggio luminoso passa da un ambiente poco denso (l’aria) ad uno più denso (l’acqua). Poiché questa deviazione è leggermente diversa per i vari colori che compongono la luce bianca (quella del Sole), avviene anche il fenomeno della dispersione. In pratica quello che inizialmente era un unico raggio di luce bianca, diventa un fascio di luce colorata. Quando infine questo fascio colorato arriva alla parete opposta della goccia, esso viene riflesso e rimandato indietro verso l’osservatore che può vederlo perché si evidenzia bene sul fondo scuro della nube che lo forma.

Il principio ottico che abbiamo descritto è lo stesso che causa la dispersione della luce quando osserviamo un brillante.

Cartesio spiegò anche il perché l’arcobaleno ha la forma di “arco” più o meno completo, che noi vediamo in cielo. Essa infatti è dovuta al fatto che noi vediamo i raggi che arrivano al nostro occhio dall’insieme delle gocce che formano la nube. Per questo l’arcobaleno ci appare molto grande quando la nube è lontana e un po’ più piccolo quando la nube è vicina.

In alcuni casi è possibile assistere a più arcobaleni, tipicamente due, di cui il secondo appare esterno, con i colori in ordine inverso e più attenuato rispetto al primo.