La visione del film “The day after Tomorrow”, ha lasciato molte persone con il fiato sospeso. Oltretutto la gente è rimasta sorpresa dall’ipotesi di un nuovo periodo glaciale, quando da ogni parte si parla di un riscaldamento ambientale che affligge il nostro pianeta. A prima vista sembra un nonsenso, ma non è così!
Nel film, il professor Jack Hall, specialista in paleo-climatologia, si rende conto che il riscaldamento dell’atmosfera potrebbe innescare un improvviso e catastrofico cambiamento del clima sul nostro pianeta. La sua teoria non viene creduta, ma la catastrofe climatica inizia e Hall si ritrova a capo di un manipolo di superstiti alla glaciazione.
Esaminiamo, in forma molto semplificata, i principi fisici di questa teoria.
La Corrente del Golfo, che parte dal Mar dei Caraibi e arriva fino alle coste della Norvegia, trasporta una enorme quantità di calore, per intenderci, qualche migliaio di volte quello prodotto artificialmente, tramite i riscaldamenti domestici, in una nazione quale potrebbe essere la Gran Bretagna.
Il “motore” che spinge l’acqua dell’oceano a muoversi dal golfo dei Caraibi fino alla Groenlandia si trova soprattutto al nord, nella linea di confine tra il mare ed il fronte dei ghiacci artici.
Durante il suo percorso questa massa di acqua calda, che viaggia in superficie, evapora e diventa sempre più salata finché, arrivata in Scandinavia, incontra un'acqua più fredda e dolce.
L’acqua salata, essendo più pesante dell’acqua circostante precipita verso il fondo del mare, che nella zona tra la Groenlandia e la Norvegia è molto profondo. In questo modo si innesca una corrente discendente che provoca un forte richiamo di altra acqua superficiale, formando una “pompa” perenne di enorme potenza.
Sul piano orizzontale, si ha quindi una fascia piuttosto ristretta in cui la corrente si ferma, mentre l’acqua salata si inabissa cominciando, in profondità, il viaggio di ritorno verso i tropici.
Il riscaldamento globale dell’atmosfera sposterà il fronte dei ghiacciai polari verso Nord.
Di conseguenza, la fascia dove avviene il rimescolamento dell’acqua calda e fortemente salata della Corrente del Golfo, che scorre in superficie, con quella, quasi dolce, dei mari del nord, avverrà lontano dai tratti di mare profondi tra la Groenlandia e la Norvegia. La corrente verticale discendente si formerà quindi dove l’oceano è meno profondo e questo fatto determinerà una sostanziale riduzione della forza della “pompa salina” di cui abbiamo accennato. Ciò potrà provocare una forte riduzione della portata d’acqua della Corrente del Golfo o addirittura la sua scomparsa.
Analizziamo inoltre un altro fattore: alle nostre latitudini, i venti prevalenti sono da ovest, per cui la massa d’aria che arriva sul continente europeo, attraversando l’oceano atlantico che è riscaldato dalla corrente del golfo, è più calda di quella che interessa le coste del Labrador, che si trova alla stessa latitudine, dall’altra parte dell’oceano. Questo è il motivo per cui l’Europa ha inverni più miti di quelli canadesi.
Se la Corrente del Golfo, per un motivo qualsiasi, si fermasse, l’impatto climatico che si verificherebbe sul continente europeo sarebbe enorme. Le temperature delle coste dell’Irlanda e della Gran Gretagna si porterebbero a valori uguali a quelli del Labrador, che sono circa 7°C inferiori a quelle delle coste europee, a parità di latitudine.
L’ipotesi formulata dal professor Hall ha quindi un fondamento scientifico, anche se gli effetti più vistosi non sarebbero sulla città di New York o comunque sulle coste dell’America, ma su quelle europee. Dobbiamo quindi aspettarci che le drammatiche scene di quel film diventino presto realtà? Chi può dirlo? I cambiamenti climatici sono sempre avvenuti ed avverranno anche in futuro, ma impiegano secoli o addirittura millenni per realizzarsi. L’uomo ha una vita troppo breve per accorgesi di essi durante la sua esistenza, o almeno, speriamo che quest’ultima teoria sia sempre valida!
Nessun commento:
Posta un commento