I filosofi greci studiarono un pò di tutto, fra essi il famoso Talete di Mileto, vissuto dal 625 a.C. circa al 547 a.C., si è interessato di astronomia e di meteorologia. Egli attribuiva alla Luna una fondamentale importanza, ritenendo che il suo influsso condizionasse gli eventi della natura. Viaggiando in Egitto ed in Oriente, venne a conoscenza delle tavole astronomiche e degli strumenti babilonesi. Fu il primo ad ideare un Calendario Meteorologico, ad uso dei marinai, e riscosse grande fama riuscendo a prevedere l’eclisse solare del 585 a.C.
Anche Aristotele, fra gli antichi filosofi naturalisti, si è interessato della meteorologia e del clima. Egli, nella sua opera “Meteorologia”, basandosi sulle conoscenze di allora, ebbe il merito di comprendere il fenomeno della condensazione del vapore acqueo e la formazione della rugiada.
Il termine climatologia ha origini molto antiche, esso infatti deriva dal greco “klima”, che significa “inclinazione” e “logos” significa "studio" .
Le differenti condizioni climatiche tra regioni diverse, così come il mutare delle stagioni in una località, sono legate infatti alla diversa inclinazione con la quale i raggi solari giungono sulla terra. Questa essenziale considerazione era stata resa possibile dall'osservazione dell'ombra degli oggetti: un palo piantato verticalmente nel terreno, alla stessa ora del giorno, in una stessa località, mostra un'ombra di lunghezza diversa nei vari mesi dell'anno.
I greci, che erano abituati a scrivere tutte le loro osservazioni, avevano così fissato un giorno in cui la lunghezza dell’ombra era minima e lo avevano chiamato solstizio d'estate, ed un giorno in cui era massima, detto solstizio d'inverno. Essi avevano inoltre notato che in località diverse, nello stesso giorno dell’anno e alla stessa ora, l’inclinazione dell’ombra era diversa.
I commercianti greci che già allora facevano lunghi viaggi, spesso spingendosi nelle città più lontane che sorgevano lungo il corso del Nilo, raccontavano di aver notato che lì le ombre erano più corte che nella loro madrepatria. In particolare, nella zona del basso Egitto, in alcuni giorni dell’anno, l’ombra del palo praticamente non esisteva. Inoltre in questi luoghi faceva generalmente più caldo che ad Atene. Adesso sappiamo che ciò è possibile nella zona di Assuan, che si trova ad una latitudine vicina al Tropico del Cancro.
Gli elementi che caratterizzavano il clima non erano tuttavia legati solamente alla latitudine: i greci sapevano bene che le zone montagnose erano più fredde di quelle pianeggianti. Inoltre, a parità di altitudine, le regioni della Macedonia, più lontane dal mare, in inverno erano più fredde di quelle attorno all’Olimpo, dove l’aria proveniente dal mare mitigava un po’ la rigidità del clima, mentre in estate tale differenza non era percepibile.
Tutte queste osservazioni, che prese separatamente possono sembrare solo delle curiosità, quando vengono studiate nel loro insieme forniscono degli elementi essenziali per differenziare le caratteristiche ambientali di ogni regione o, più precisamente, per individuarne il clima.
In questo modo era stata fatta una prima classificazione delle regioni allora conosciute. Procedendo da sud verso nord, erano state individuate sette regioni climatiche:
- Clima di Meroè (Zona dell’ Etiopia, famosa per la sua necropoli, vedi foto)
- Clima di Syène (Zona di Assuan)
- Clima di Alessandria (Zona del delta del Nilo)
- Clima di Rodi (Mediterraneo meridionale)
- Clima di Roma (Mediterraneo settentrionale)
- Clima del Ponto Eusino ( Zona del Mar Nero)
- Clima di Boristene (Zona del Dnieper)
Al giorno d’oggi gli elementi essenziali della climatologia sono stati fissati in modo più scientifico. Oltre la temperatura adesso usiamo altri parametri fisici, quali le precipitazioni o il grado di ventosità che interessano una località, tuttavia la catalogazione fatta dai Greci può essere considerata tuttora valida.
Il presente articolo è tratto dal testo: “Manuale di Meteorologia” di Alfio Giuffrida e Girolamo Sansosti.
Nessun commento:
Posta un commento