mercoledì 11 maggio 2011

L’Oscillazione mediterranea (MO)

In meteorologia sono tate messe in evidenza alcune “teleconnessioni”, cioè delle correlazioni tra le oscillazioni periodiche della pressione, che avvengono in una determinata zona della Terra, e alcuni fenomeni atmosferici che avvengono nella stessa zona o in altri posti, anche molto lontani.
Il più noto fenomeno di questo tipo è l’Oscillazione Meridionale (Southern Oscillation), analizzata già negli anni venti dal meteorologo inglese Sir G. Walker, il quale, studiando il regime dei monsoni, trovò che la pressione nell’Oceano Pacifico Meridionale presentava un tipico andamento oscillante tra le due località di Tahiti (al centro dell’Oceano Pacifico) e Darwin (nel nord dell’Australia). Tale studio fu ripreso dal norvegese Bjerknes, che collegò l’Oscillazione Meridionale all’evento di El Niño, dimostrando che essi erano l’aspetto atmosferico e marino di un unico fenomeno che, da allora, venne denominato El Niño-Southern Oscillation (ENSO).
Nei primi anni ’90, un gruppo di meteorologi del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare Italiana, tra cui l’allora Col. Michele Conte ed il T.Col. Alfio Giuffrida (autore del presente articolo) hanno esaminato il campo della pressione in quota, a circa 5.000 metri di altezza, nel Mar Mediterraneo, su una serie storica di dati che andavano dal 1956 al 1989.
Nei loro studi essi hanno scoperto che la pressione nel bacino occidentale, identificabile geograficamente attorno alla città di Algeri e quella del bacino orientale, identificabile con la città de Il Cairo, presenta uno spiccato andamento oscillante, con un periodo di 11 anni (guarda caso lo stesso delle macchie solari), che determina un andamento alternante nel campo delle precipitazioni tra i settori orientali ed occidentale del Mediterraneo, con lo stesso periodo ma con fase esattamente opposta.
Questa teleconnesione, presentata al mondo scientifico in varie conferenze internazionali, è stata chiamata “Oscillazione Mediterranea” (MO), in analogia ad ENSO ed alla NAO, una oscillazione presente sul Nord Atlantico di cui diremo in un prossimo articolo.
Negli anni successivi gli studi al riguardo sono stati approfonditi dal Prof. Colacino (del CNR) e dal Giuffrida, i quali hanno provveduto a ricostruire le serie storiche di dati di pressione al suolo per un periodo molto più lungo, dal 1901 al 1999, e calcolare nuovamente la differenza tra i due valori medi nel bacino occidentale ed in quello orientale, giungendo alla conclusione che esiste, a conferma di quanto trovato analizzando gli andamenti della pressione alla quota di 5.000 metri, una oscillazione tra i due settori del Mediterraneo, rilevabile anche sui dati di pressione al suolo.
Inoltre l’andamento della MO, valutato in termini assoluti come differenza tra le pressioni atmosferiche rilevate nelle zone ovest ed est, indica che nel complesso si possono individuare due distinti andamenti: nel primo, relativo ai primi 50 anni del secolo passato, l’oscillazione, pur se ben individuabile, è molto debole. Nel secondo periodo, che va dal 1950 al 2000, l’andamento è molto più marcato e si può rilevare un trend in aumento che dovrebbe incoraggiare nuovi studi per vedere se questo fenomeno, negli anni che verranno, tende ad ingigantirsi ancora di più.  
Questo argomento scientifico viene descritto, in forma divulgativa, nel romanzo “Deserto Verde”, di Alfio Giuffrida, edito da Aracne, nel quale si ipotizza di allagare, con acqua di mare, lo Chott el Jerid, la vasta depressione ormai asciutta presente nella parte meridionale della Tunisia, la qual cosa provocherebbe l’immissione di una enorme quantità di vapore acqueo in quella zona di atmosfera e quindi un netto aumento delle precipitazioni che darebbero vita ad una vasta oasi ed il conseguente arretramento del deserto. Questa ipotesi sarà valida dal punto di vista scientifico? Per adesso, se volete, potete seguire l’avventurosa storia dei due protagonisti che dà spunto alla discussione di altri fatti di grandi attualità, come la vera data della nascita di Cristo, l’ipotesi che il Sang Real sia la sua stirpe e la brutalità della pena di morte tramite lapidazione.

  Ulteriori approfondimenti su questo argomento si posso seguire sul sito:  http://www.meteowb.it/http://www.meteowb.it/        Alfio Giuffrida

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