domenica 5 giugno 2016

La fiducia degli animali


È un brano del libro: “Chicco e il Cane” di Alfio Giuffrida

Si trova on line   http://t.co/L1oZOWLK
 

 


Si avvicinò a Tiziana e le disse di togliersi gli occhiali da sole: «Per capire se hai intenzioni buone o cattive il cane ti deve guardare negli occhi, solo così può capire il tuo stato d’animo». Lui per primo si tolse i Ray Ban che indossava, il cane lo fissò e capì dal suo sguardo che non aveva intenzioni ostili, così si calmò un po’ ed abbassò la testa, dando segno di non aver paura. Anche Tiziana si tolse gli occhiali e vide che il cane concesse anche a lei la possibilità di avvicinarsi. La ragazza accostò pian piano una mano al dorso del cane, che si fece accarezzare dolcemente. Aveva proprio bisogno di quel gesto di conforto dopo tanto dolore!

La donna si accovacciò sulle ginocchia per portare i suoi occhi all’altezza di quelli del cane e continuò ad accarezzarla sulla testa, guardandola fissa negli occhi, che erano umidi e tristi, finchè una grossa lacrima si formò nella parte inferiore degli occhi del cane e cadde giù. Alex non sapeva cosa dire, ciò che stava osservando lo stupiva e allo stesso tempo lo commuoveva profondamente: lui sapeva che i cani non piangevano, eppure in quel momento avrebbe potuto proprio giurare che quella cagnetta stesse piangendo. Certo il suo volto faceva trasparire una tristezza infinita. Anche Tiziana si commosse, alzò le sue braccia e le strinse attorno al collo della cagnetta in un abbraccio affettuoso. E la cagnetta fece altrettanto, posando con grande affetto le sue zampette sulle spalle della ragazza.

 

giovedì 18 febbraio 2016

“Il Clima e l’Ambiente”, di Alfio Giuffrida

Premessa



In qualsiasi nazione del mondo, l’argomento di cui si parla più diffusamente è il tempo: sia per chiedere se oggi è bello o brutto e come sarà domani, sia con la solita domanda della mamma al figlio lontano: com’è da te il tempo, fa freddo?
In questo breve saggio vedremo anzitutto che cosa si intende per climatologia, come è nata questa scienza che, al giorno d’oggi, è sulla bocca di tutti. Daremo una spiegazione degli eventi meteorologici che hanno lasciato il segno nell’ambiente terrestre, come il Diluvio Universale o gli sconvolgimenti che hanno determinato la scomparsa dei dinosauri. Parleremo delle ere geologiche, delle glaciazioni e dei periodi caldi interglaciali.
Vedremo poi che alla fine del medio Evo la gente si copriva di più rispetto ai giorni nostri, non solo per i costumi più severi, ma anche perché ...faceva più freddo. Analizzeremo un po’ più in dettaglio le variazioni climatiche che si sono verificate più recentemente, diciamo da quando è iniziata l’industrializzazione.
Parleremo del riscaldamento globale, che da alcuni decenni si sta verificando con un ritmo sempre crescente. Della “tropicalizzazione” e dell’effetto serra, generato sia dalle attività umane, sia dai fenomeni naturali, come le eruzioni vulcaniche. Daremo un cenno di uno strano risvolto che potrebbe essere causato dallo scioglimento dei ghiacci polari: quello di fermare la “Corrente del Golfo" con conseguente raffreddamento delle coste europee e infine, dei “cicloni” che, sempre più frequentemente, si affacciano sul Mediterraneo.

Analizzeremo gli elementi che caratterizzano il clima: la temperatura, primo parametro di effetto diretto sugli esseri viventi, le piogge sia come quantità che come distribuzione nei periodi dell’anno e poi il vento, di cui daremo solo un cenno. Capiremo perché alcune regioni sulla terra sono dette anecumeniche, ovvero dove le condizioni di vita sono ritenute impossibili. Eppure alcune persone ci vivono perché sono degli scienziati della missione Antartide, perché si sono arruolati nella Legione Straniera o ... perché ce li hanno mandati in un gulag.
Vedremo la distribuzione dei climi sulla terra e la Classificazione climatica di Köppen, che ne fornisce una panoramica completa. Parleremo quindi del clima focalizzando il rapporto con l’uomo e le condizioni favorevoli ad una vita sana e confortevole. Capiremo come i parametri climatici influiscono, con agi e disagi, sul nostro modo di vivere. L’influenza delle metropoli, l’azione degli edifici sull’assorbimento dei raggi solari e il modo in cui sono riusciti a condizionare la vita dell’uomo.


Concluderemo con le azioni che possiamo svolgere per migliorare la salubrità del nostro ambiente, dalle più semplici a quelle che sono più difficili da realizzare, perché comporterebbero delle gravi ripercussioni sul tenore di vita che ormai abbiamo acquisito e al quale è difficile rinunciare.    

sabato 31 ottobre 2015

Erice CENTRO DI CULTURA SCIENTIFICA “ETTORE MAJORANA”

Sicilia, la terra in cui sono nato, li c’è Erice, o meglio, il CENTRO DI CULTURA SCIENTIFICA “ETTORE MAJORANA”. 

Una breve frase che rievoca un mare di ricordi. Già perché fra le tante discipline di quella famosa Scuola, fondata dall’illustre Prof. Antonio Zichichi, c’è anche la Meteorologia!

Ricordo bene il primo convegno a cui ho avuto l’onore e il piacere di partecipare: il 2° Corso su “Satellite Meteorology”, dal 12 al 22 Novembre 1980, diretto dal Gen. Abele Nania, allora Capo Servizio Meteorologico dell’Aeronautica. Conservo ancora l’attestato che veniva rilasciato alla chiusura del corso.

Gli Ufficiali maggiormente impegnati nel coordinare le varie “lezioni” dei meteorologi provenienti da tutto il mondo, erano Roberto Sorani (diplomatico elargitore di complimenti) e Stefano Zanni (factotum), allora, se ben ricordo, entrambi capitani. Le letture si tenevano nell’ex convento di San Rocco, il cuore del Centro, dove c’era anche la segreteria e i pochi uffici. A “San Domenico” c’era la grande aula dell’inaugurazione, con i discorsi “impegnati” sullo scopo del Centro e del Corso. Alla fine si svolgeva li anche il saluto di congedo: una festa spettacolare con i canterini siciliani che suonavano “’u friscalettu” e cantavano “ciuri ciuri”.

Gli alloggi erano nell’ex convento di San Francesco, dove si dormiva in due per ciascuna cella. In quel primo convegno, lo ricordo bene, il mio compagno di camera era il Prof. Vinicio Quesada, dell’Università di Cagliari.

Sono stato altre volte ospite del Centro, una nel 1984, per seguire un Seminario su: “Applicazioni di agrometeorologia in zone semi aride”, di cui l’amico e collega Carlo Adamo mi ha inviato la locandina, firmata da alcuni partecipanti, tra cui il sottoscritto.

A leggerla vedo la firma del Prof. Rijks allora capo di una commissione a Ginevra, istituita dall’ONU, con il compito di indagare le potenzialità che aveva la Terra per nutrire una popolazione che ormai era prossima ai cinque miliardi. Durante una cena ci siamo scambiati le cravatte, lui ne aveva una, ambitissima, della American Meteorological Society, con i simboli meteorologici ricamati su uno sfondo blu, che conservo ancora come un prezioso ricordo.
 
Quanti ricordi, di studio e goliardici, tra cui le interminabili serate passate nella “taverna” situata al piano cantinato del complesso di San Rocco, dove si parlava fino a notte inoltrata di meteorologia, ci si confrontava sulle proprie esperienze, senza confini di razza o di religione, eravamo italiani, americani, russi, indiani e chi più ne ha più ne metta. Non c’erano interferenze tra cattolici, buddisti e maomettani. Solo quando si andava a cena assieme, c’era qualche problema nel menù degli ospiti arabi e indiani, che non mangiavano alcuni tipi di carne, ma c’era l’Osteria “Da Filippo”, dove si faceva una “pasta con le sarde” che metteva tutti d’accordo.

Poi ci sono ricordi ben precisi ed altri vani. Tra gli attestati ne ritrovo un altro che si legge appena, perché il tempo ha sbiadito l’inchiostro della vecchia fotocopia, riguarda un “Workshop sui modelli di previsioni numeriche ad area limitata, mediante computers di limitata potenza”, altro no riesco a leggere.  

Una particolarità rimasta indelebile nella mente era il peso della chiave della cella dove si andava a dormire, era enorme, di ferro e, soprattutto … unica, che dovevamo portare dietro con noi tutta la giornata e quindi fare in modo che la tenesse colui che pensava di ritirarsi per primo in camera. In uno dei convegni dividevo la cella con il Col. Ernesto Migliardi, per cui, in segno di rispetto verso il grado (io ero appena capitano), toccava portala sempre a me.

Altro episodio particolare è stata una cena, la sera di inaugurazione o di saluto, questo non lo ricordo, ma era previsto un ospite di grande riguardo: l’On. Giulio Andreotti (allora Ministro o Primo Ministro). Io stavo discutendo con il Gen. Nania della “nostra” Catania, quando vediamo un gran movimento da cui emergono il Prof. Zichichi e l’On. Andreotti, che si dirigono verso di noi. Il Professore fa segno al Generale di accomodarsi per cenare ed io mi ritrovo, imbarazzato, al centro della scena, cercando il modo più discreto per accommiatarmi.  Ma è l’On. Andreotti a togliermi di impaccio, facendomi segno di sedermi al tavolo con loro. Fu una cena in cui l’Onorevole parlò quasi sempre lui, lasciando poco spazio anche al Prof. Zichichi il quale, come abbiamo visto in molte occasioni in televisione, è un bel chiaccherino. Ma i fatti  e gli aneddoti che raccontò Andreotti, per me furono scuola di vita e di diplomazia, da cui ho imparato molto.  
 

Altri episodi da ricordare sono quelli dovuti alla presenza di persone con usi e costumi molto diversi dai nostri, come ad esempio i molti rappresentanti di nazioni africane. Una volta il delegato del Madagascar, alto due metri, non abituato a bere vino, ha voluto appena assaggiare la nostra bevanda. Ne aveva bevuto meno di un bicchiere, nella famosa “cantina” e si è subito ubriacato, per cui abbiamo dovuto sorreggerlo “a spalla” e portarlo in giro per le stradine di Erice fino alla sua camera di albergo.

Quante sere passate a bivaccare nella taverna, dove una sera due ospiti della delegazione russa, di origine cosacca, hanno inneggiato alla loro famosa danza. Ma accanto alla botticella del marsala c’era anche una chitarra e qualcuno sapeva suonarla, per cui non potevano più tirarsi indietro. In un attimo è stato uno spettacolo tanto incredibile quanto inatteso, vedere due sessantenni (o poco giù di li) esibirsi in un frenetico lancio delle gambe in avanti, al ritmo di “casatschok”, che ci ha lasciato sbalorditi.

E poi c’erano i discorsi tecnici, di meteorologia, in cui si confrontavano metodi di ricerca e si stipulavano infiniti accordi di future collaborazioni. In una di quelle occasioni il Prof. Mohamed El Shahawy, allora capo del Dipartimento di Meteorologia dell’Università del Cairo, in Egitto, ha voluto che io fossi Relatore (pur se solo per corrispondenza) di due suoi studenti: il Dr: Hossny Mohamed Sayed Haseanan per un Master Degree con una tesi intitolata: “Studies On Some Regional Climatic Changes” e il Dr. El Sayed Mohamed Abdel Hamid Robba, per un Ph. Degree con una tesi intitolata “Impact of Urbanization on Meteorology and Human Comfort in Greater Cairo, Egypt”. La tesi di quest’ultimo, che mi è stata inviata a casa ben rilegata, ha fatto da base per alcuni mie studi sulla Climatologia Urbana. In essa spicca una bellissima dedica che voglio mostrarvi, in quanto è stata realizzata come un’opera d’arte (secondo quanto scritto nella pagina successiva, in inglese, credo significhi: Dedica ai mie genitori, a mia moglie e alle mie figlie Ahya e Alaa).             

E tanto, tanto altro ancora fra quelle mura e le anguste strade di quel borgo medievale. Ecco perché, quando un mese fa mia moglie mi ha proposto di visitare Erice, non me son fatto dire due volte. Giunto davanti al grande portone, ho chiesto il permesso e le ho fatto visitare il corridoio delle bandiere (adesso non ci sono più, ma c’è una grande scritta ed una foto del Prof. Zichichi con il Papa Giovanni Paolo II.

Tutto cambia, ma i ricordi rimangono, anche quelli dei buoni piatti siciliani da gustare e, visto che “Filippo” non c’è più, siamo andati alla “Pentolaccia” un altro dei ristoranti storici in cui si andava a rifocillare il corpo dopo le fatiche della scienza.

mercoledì 21 ottobre 2015

Leggere un ebook


Viaggiando in aereo, capita spesso di vedere delle persone intente a leggere qualcosa su un tablet o sul telefonino, ma ormai può capitarvi di vedere la stessa scena con persone su un autobus o in fila alla posta. Cosa fanno? Leggono un libro! O meglio un ebook, cioè un libro digitale. È un modo molto comodo di leggere perché potete ingrandire i caratteri come vi pare, mettere dei segnalibri per ritrovare il punto dove avente interrotto e poi ….. lo avete sempre dietro, decine di libri sempre a portata di mano che potete leggere quando e come volete.

Come leggere un ebook? È facile:

1 Sullo smartphone (o tablet o PC) scaricate l’applicazione “Kindle” (Amazon mobile LLC) da “Play Store”, è sempre gratuito. Il gioco è fatto: troverete sul display l’icona di Kindle (Scritta su campo nero, con sotto una immagine blu con un bambino che legge sotto un albero).

2 Cliccando sull’icona siamo già in AMAZON, un enorme negozio che vende migliaia di prodotti, tra cui libri. Dobbiamo però iscriverci, per questo il sistema richiede di creare un account amazon (esattamente come una email, tramite una ID, che può essere anche il numero di telefono e una password).

3 Mettete adesso nella barra in alto (cerca) “libri” e apparirà una serie di volumi scelti dal team amazon, oppure mettete il nome di un autore e vi appariranno i libri di quell’autore.

4 Per acquistare un libro serve fornire il numero di una carta di credito (va bene anche la carta postepay prepagata) completa di data di scadenza. Appena fatto, il sistema chiede un numero di telefono (o una email), su cui scaricare i libri (ebook) acquistati. Un minuto dopo potete iniziare a leggerlo.

UN CONSIGLIO: scrivete nella riga in alto: “Libri Alfio Giuffrida” appariranno tutti i libri di Alfio Giuffrida. Per iniziare io vi consiglio di scegliere “Il Clima e l’Ambiente” (costa solo 2,99 euro), un breve saggio che vi dice quando è effettivamente avvenuto il Diluvio Universale, i fattori che sono causa del riscaldamento ambientale e gli effetti (stress) che esso provoca sulla nostra salute. Il “clima di città”, molto diverso da quello rurale, il “Telelavoro” un modo intelligente di sfruttare la rete internet per risolvere i problemi del traffico e il lavoro delle donne e delle persone diversamente abili e tante, tante altre curiosità.

venerdì 25 settembre 2015

Precipitazioni estreme registrate sulla Terra.

È un brano del libro (ebook) “Il Clima e l’Ambiente”, di Alfio Giuffrida, disponibile su Amazon ( http://t.co/L1oZOWLK ). Fa parte del Verismo Interattivo, il nuovo genere letterario introdotto dall’autore, che consiste nell’inserire, all’interno del testo, degli argomenti culturali e di attualità che il lettore può approfondire partecipando al Forum sul sito http://www.alfiogiuffrida.com/Forum.aspx . In questo libro gli argomenti trattati sono: Il Diluvio Universale (è realmente accaduto oppure è stata una punizione divina?). I Medicane (uragani nel Mediterraneo, sono possibili?). Il Telelavoro (è possibile lavorare da casa?). Il clima di città (la presenza dell’uomo modifica il clima di una regione?), .. e molti altri.

  

Nella seguente tabella si riportano alcuni valori estremi di precipitazioni, su tutta la Terra, raccolti da stazioni meteorologiche ufficiali, dello stesso tipo di quelle di cui abbiamo parlato nel caso delle temperature [7]. Per fare una analogia con le temperature, forse sarebbe più logico elencare i valori massimi in 24 ore, di cui abbiamo registrazioni di sicuro interesse, come quella registrata a Bombay il 26 luglio 2005 di ben 944 millimetri [9]. Tuttavia le precipitazioni sono un elemento strettamente locale ed il fatto di registrare un valore eccezionalmente alto può essere determinato dal caso. Per intenderci, può succedere che sulla stazione meteorologica, dove è sistemato lo strumento di misura, durante un temporale di un’ora siano caduti 200 millimetri di pioggia, che per le località italiane è un valore sicuramente eccezionale e, a 300 metri di distanza, siano caduti solamente 20 millimetri che è un valore del tutto normale. Naturalmente può accadere anche il viceversa.
Inoltre sarebbe interessante misurare le precipitazioni che si verificano all’interno degli uragani, ma questo viene fatto solamente nella fortunata ipotesi che i forti venti che si manifestano al passaggio di queste perturbazioni, non rompano lo strumento di misura.
Il significato di questa piccola riflessione è semplicemente utile a dire che le singole precipitazioni sono poco rappresentative per fare una graduatoria. 
È meglio, in questo caso, considerare il totale dei millimetri di pioggia caduti in tutto l’anno, fare la media su tutti gli anni di cui si hanno le registrazioni e vedere in quale località questo valore medio è più elevato. Un tal metodo ci assicura che quella località è veramente più piovosa delle altre.

VALORI MEDI ANNUALI DELLA PRECIPITAZIONE MASSIMA
LOCALITA'
Altitud. (m)
ANNI (*)
mm
Lloro, Colombia (**)
159
29
13.299
Mawsynram, India (**)
1402
38
11.871
Mt. Waialeale, Hawaii, Oceania (**)
1570
30
11.684
Debundscha, Cameroon, Africa
9
32
10.287
Quibdo, Colombia 
37
16
8.991
(*) Numero di anni su cui è effettuata la media
(**) Dati attendibili ma non ufficiali



VALORI MEDI ANNUALI DELLA PRECIPITAZIONE MINIMA
LOCALITA'
Altitud. (m)
ANNI (*)
mm
Arica, Cile
29
59
1
Wadi Halfa, Sudan
125
39
3
Amundsen-Scott South Pole Station
2801
10
20
Batagues, Messico
5
14
30
Aden, Yemen
7
50
46
(*) Numero di anni su cui è effettuata la media

Se analizziamo i valori massimi vediamo che essi sono distribuiti sui vari continenti, tutti però si trovano a latitudini non elevate, ovvero in quella fascia che è detta “fronte di convergenza intertropicale” ed inoltre sono caratterizzate da particolari situazioni orografiche.
Le catene montuose fanno infatti da sbarramento alle masse d’aria umide che, dovendo salire in quota per scavalcarle, sono costrette a raffreddarsi e quindi trasformarsi in nubi.
Riguardo i valori più alti, il primo ed il quinto valore si trovano entrambi in Colombia, poco distanti l’uno dall’altro, in una zona dove le masse d’aria vengono umidificate da un mare caldo quale è quello dei Caraibi e, quando sono costrette a salire sui rilievi della Cordigliera delle Ande, scaricano tutto il suo contenuto di umidità in una zona molto ristretta, provocando frequentemente precipitazioni alluvionali. Lo stesso dicasi per Mawsynram, in India dove l’aria calda e umida del monsone estivo, proveniente dall’Oceano Indiano, si trova a scalare le pendici dell’ Himalaya.


Fig. 7 - Precipitazioni estreme


I valori più bassi di precipitazione si trovano anch’essi uniformemente distribuiti su tutti i continenti e, a differenza di quanto avviene per i valori massimi, sono indipendenti dalla latitudine, in quanto si trovano in quelle zone caratterizzate da moti discendenti dell’atmosfera.

Il Diluvio Universale

È un brano del libro (ebook) “Il Clima e l’Ambiente”, di Alfio Giuffrida, disponibile su Amazon ( http://t.co/L1oZOWLK ).
Fa parte del Verismo Interattivo, il nuovo genere letterario introdotto dall’autore, che consiste nell’inserire, all’interno del testo, degli argomenti culturali e di attualità che il lettore può approfondire partecipando al Forum sul sito http://www.alfiogiuffrida.com/Forum.aspx . In questo libro gli argomenti trattati sono: Il Diluvio Universale (è realmente accaduto oppure è stata una punizione divina?). I Medicane (uragani nel Mediterraneo, sono possibili?). Il Telelavoro (è possibile lavorare da casa?). Il clima di città (la presenza dell’uomo modifica il clima di una regione?), .. e molti altri.


Tra gli eventi meteorologici di rilievo che si sono verificati nel passato, il Diluvio Universale  merita un particolare interesse, sia per l’importanza e la vastità che esso ha avuto, sia perché è stato narrato da persone diverse ma con le stesse caratteristiche, sia per il suo significato mistico, come è scritto nel più importante dei libri: la Bibbia, dove il Diluvio è inteso non tanto come un evento meteorologico, ma come una “punizione divina”, destinata ad annientare l’umanità che si era macchiata di gravi peccati.
Il primo libro della Bibbia, la Genesi, [2] descrive nei minimi particolari il diluvio e spiega come esso sia stato mandato dal Signore per punire la “corruzione umana”. Il versetto 6.13 dice: “Allora Dio disse a Noè: Mi son deciso, la fine di tutti i mortali è arrivata …” e continua (versetto 7.11): “nell’anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, nel diciassettesimo giorno … le cataratte del cielo si aprirono”.
Già, proprio il giorno diciassette segna l’inizio del Diluvio Universale, questo, secondo l’opinione più accreditata, è il motivo per cui, nella cultura mediterranea, il numero 17 porta sfortuna.
Sempre dalla Bibbia leggiamo (versetto 7.17) che “Il diluvio venne sopra la Terra per quaranta giorni …. Così fu sterminata ogni creatura esistente sulla faccia del suolo”. Ma se le piogge durarono incessantemente per quaranta giorni, le acque coprirono completamente la Terra per ben cinque mesi, come racconta ancora la Bibbia e fu solo alla fine del settimo mese di alluvione che “apparirono le vette dei monti” e Noè (versetto 8.10) “ rilasciò la colomba fuori dall’arca e …. tornò con una foglia di ulivo …”.

Sappiamo inoltre che nel 2350 a.C. in Mesopotamia, Re Sargon nel costruire il suo palazzo reale a Ninive realizzò una immensa  biblioteca di tavolette di argilla. Essa tuttavia andò quasi tutta distrutta e quel poco che rimase fu sepolta dalla sabbia.
Grazie agli scavi effettuati in tempi recenti, tra le 10.000 tavolette (oggi visibili al Louvre di Parigi e in altri musei) gli archeologi hanno recuperato il Poema di Gilgamesh, che narra di un eroe che può essere paragonato ad Ulisse, anch’egli celebre per i suoi viaggi nelle terre allora conosciute.
Durante uno di questi lunghi viaggi Gilgamesh incontra un vegliardo scampato al diluvio universale perché, allo stesso modo di Noè, si era costruito un’arca. Il poema quindi, scritto secondo i ricordi sumerici, costituisce la controparte del racconto biblico del diluvio, in lingua babilonese e assira.
Ma se la Mesopotamia è geograficamente vicina a Israele, sede principale dei racconti biblici, ci sono altre leggende, provenienti da civiltà lontane, che raccontano una storia collegata al Diluvio. Noè, secondo la Genesi biblica, era uno dei patriarchi: personaggi che hanno raggiunto un'età straordinaria, famosi per essere i discendenti di una misteriosa razza di Giganti. Secondo il calendario Maya noi viviamo un "giorno galattico", suddiviso in cinque Ere. La terza di queste, detta Era del Fuoco, è finita nell'anno 8238 avanti Cristo a causa di un "Grande Diluvio", in cui un uomo (guarda caso un gigante) riesce a salvare l’umanità rinchiudendo gli animali in una Arca per farli sopravvivere all'ira degli Dei

Racconti di Diluvi Universali sono presenti in ogni cultura e ad ogni latitudine del pianeta. In tutte le mitologie compare tuttavia un binomismo tra evento meteorologico e punizione divina. Questo può dipendere dal fatto che, nel subconscio umano, il Diluvio rappresenta la “più grande catastrofe possibile”, la più temuta, quella che Dio potrebbe mandare sulla Terra per estinguere il genere umano.
Al di la della narrazione Biblica, la pianura della Mesopotamia da sempre è effettivamente soggetta a grandi alluvioni, che possono essere causate sia da piogge torrenziali, sia dall’improvviso scioglimento, in primavera, delle nevi che si formano abbondanti sui rilievi del Caucaso.

Utilizzando la tecnica dei carotaggi del terreno, i geologi hanno individuato alcuni anomali strati di terreno sedimentario, che potrebbero essere stati causati da altrettanti “diluvi”, centrati intorno al 12400, 10.000, 6000 e 5500 a.C.. 

lunedì 21 settembre 2015

I Medicane


È un brano del libro (ebook) “Il Clima e l’Ambiente”, di Alfio Giuffrida, disponibile su Amazon ( http://t.co/L1oZOWLK ). Fa parte del Verismo Interattivo, il nuovo genere letterario introdotto dall’autore, che consiste nell’inserire, all’interno del testo, degli argomenti culturali e di attualità che il lettore può approfondire partecipando al Forum sul sito http://www.alfiogiuffrida.com/Forum.aspx . In questo libro gli argomenti trattati sono: Il Diluvio Universale (è realmente accaduto oppure è stata una punizione divina?). I Medicane (uragani nel Mediterraneo, sono possibili?). Il Telelavoro (è possibile lavorare da casa?). Il clima di città (la presenza dell’uomo modifica il clima di una regione?), .. e molti altri.




I “Medicane” (acronimo di Mediterranian Hurricane) o “TLC” (Tropical Like Ciclones), sono fenomeni che si sviluppano sul Mediterraneo e che presentano delle similarità con i cicloni tropicali.

L’origine dei Medicane è differente da quella dei cicloni tropicali dove l’energia termica nei bassi strati, necessaria per attivare il processo convettivo, è fornita dalla elevata temperatura superficiale del mare (SST), superiore ai 26 °C. Essi infatti sono generati da una estremizzazione di una forte perturbazione che normalmente, si abbatte sulle nostre regioni. Nell'ambiente scientifico si iniziò a parlare di essi verso la metà del XX° secolo, con il nome di "bombe meteorologiche", nome coniato dal meteorologo svedese Tor Bergeron, che le ha definite: "Un approfondimento molto rapido di un ciclone extratropicale, nel quale la caduta di pressione in superficie corrisponde a 1 hPa (hPa= hectoPascal, unità di misura della pressione atmosferica) ogni ora o più per un periodo di almeno 24 ore".

Durante questi eventi, il vento ha raggiunto i 135 km/h ed è stato associato ad abbondanti piogge a carattere temporalesco. Il diametro massimo dei cicloni mediterranei è attorno ai 200 km e la durata temporale è molto variabile ma in genere è limitata a 1 o 2 giorni.

Il periodo dell'anno in cui si possono verificare è quello in cui la temperatura superficiale del mar Mediterraneo è più alta (intorno ai 26°C), condizione che si verifica normalmente tra agosto e settembre sullo Ionio, sul basso Tirreno, sul canale di Sicilia e sul mar Libico.


Il primo Ciclone Mediterraneo risale al 24 settembre 1969, quando sul mar Libico si formò una forte tempesta che fece sentire i suoi effetti sull'isola di Lampedusa e su parte della Libia ma che ben presto si esaurì senza provocare alcun danno. Altri “Cicloni” si sono formati nel 1976, nel 1982, nel1991 e nel 2001, ma sempre senza danni di rilievo. Dal 15 al 18 settembre 2003, la Sicilia fu colpita da un TLC a cui si diede anche un nome: Karima. In quella occasione l’isola rimase soggetta a forti temporali per oltre due giorni. A Siracusa caddero, in 48 ore, 514 mm di pioggia.

Il 7 novembre del 2014, si è formato sullo stretto di Sicilia un profondo vortice depressionario, identificabile come Medicane (da  http://www.meteoam.it/?q=Medicane_novembre2014  ).

Durante il suo passaggio sulla stazione meteorologica di Lampedusa, molte imbarcazioni sono state capovolte e il vento ha registrato raffiche fino a 73 kt (135 Km/h). La tempesta ha, inoltre, generato mareggiate con onde alte fino a 7 metri che hanno ostacolato i collegamenti con le isole e messo in seria difficoltà i residenti dei porti e delle località di mare. Il fenomeno è stato individuato, con diversi giorni di anticipo, dai modelli di previsione numerica di cui dispone il CNMCA (Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica). La sua evoluzione è stata dettagliatamente monitorata durante tutto il periodo di criticità e sono stati emessi dal Centro numerosi “avvisi” per informare la popolazione e scongiurare gli episodi di maggior pericolo.