domenica 31 maggio 2015

Le città della Terra sono in espansione


È un brano del libro: “Chicco e il Cane” di Alfio Giuffrida
Si trova in libreria oppure on line. Ecco i link:

 

«Le città della Terra sono in espansione,» disse, scandendo le parole ed usando un tono serio e professionale, «esse trasformano le superfici piane in aree ricche di pareti verticali, aumentando a dismisura i punti di assorbimento dei raggi solari.

Molte persone, poco esperte sulla meteorologia e ignare delle proporzioni tra la quantità di energia che la Terra riceve dal Sole in modo naturale e quella che noi uomini produciamo artificialmente tramite i termosifoni o gli scarichi delle nostre autovetture, pensano che la causa principale del riscaldamento globale che sta avvenendo nell’ultimo secolo, di cui si parla tanto, sia dovuta proprio ai riscaldamenti domestici o al traffico stradale, ma non è così. In effetti l’energia che il nostro pianeta riceve dal sole è migliaia di volte più grande di quella che produciamo artificialmente, per cui il riscaldamento delle aree urbane è dovuto quasi esclusivamente al differente modo con cui i raggi solari vengono assorbiti su un terreno di campagna o su un agglomerato urbano. Vi è poi un fattore diverso che contribuisce al riscaldamento dello strato di atmosfera più vicino al suolo, ed è dovuto all’effetto serra prodotto da alcuni gas presenti nell’atmosfera, ma in questo momento non ci stiamo interessando di questo secondo argomento.»  

Con poche ma precise parole egli capovolse le idee sbagliate che molti dei presenti avevano sulle cause dell’aumento della temperatura nel primo strato di atmosfera che avvolge la Terra. Quindi spiegò quelle sue prime affermazioni, che aveva detto come antefatto, giusto per far capire ciò di cui voleva parlare, in modo più scientifico e particolareggiato.

«Il calore generato dagli scarichi delle automobili ed in generale dalle attività industriali e dai mezzi di trasporto, o quello prodotto dai termosifoni, hanno una influenza del tutto marginale.» affermò con la sicurezza di chi ha studiato a fondo il problema. «La causa principale del riscaldamento ambientale è dovuta  alla quantità di energia che il suolo assorbe dai raggi solari. Un terreno piatto assorbe l’energia di un raggio incidente, proveniente dal Sole, una sola volta. Il raggio viene poi riflesso verso il cielo e non colpisce più la superficie terrestre.

Al contrario, un raggio solare che colpisce una città si trova immesso in una struttura ad U, formata dalla strada in basso e dalle pareti dei palazzi ai lati. In queste condizioni, il raggio solare che arriva con una certa angolazione, colpisce inizialmente la facciata di un palazzo, la quale assorbe una prima percentuale del calore che il raggio trasporta. Poi il raggio viene riflesso verso il basso e colpisce il suolo, dove rilascia un’altra percentuale di energia che gli era rimasta ed infine si riflette di nuovo sulla facciata dell’edificio dall’altra parte della strada, prima di dirigersi verso il cielo. In questo modo riscalda il suolo tre volte prima di disperdersi, mentre in un’area priva di pareti verticali rilascia il suo calore una sola volta.

Questa differenza, che a prima vista potrebbe sembrare banale, in effetti è il fattore principale del riscaldamento ambientale che si sta verificando sul nostro pianeta. Il Sole infatti è la fonte naturale di energia che illumina e riscalda la Terra. Essa è talmente più alta, rispetto alla somma di tutte le altre fonti di energia prodotte dall’uomo in modo artificiale che, al suo confronto, esse risultano del tutto irrisorie.

L’effetto serra, legato all’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera, è anch’esso un fattore molto importante, ma  riguarda un principio fisico diverso anche se, naturalmente, è da tenere in forte considerazione, perché contribuisce  all’aumento della temperatura sul Pianeta per altri motivi.»  

Aggiunse questa precisazione, guardando fisso il rappresentante del Ministero dell’Ambiente, un suo ex collega con il quale aveva lavorato assieme per qualche tempo presso il centro sperimentale dell’ENEA. Egli, nel corso degli anni era diventato il più potente sostenitore dell’ipotesi che l’aumento globale della temperatura sulla Terra fosse dovuto principalmente all’effetto serra. Questi aveva già aggrottato le sopracciglia ed era pronto a controbattere la tesi di Alex, a sostengo dell’aumento della temperatura per effetto serra, ma Alex continuò la sua esposizione con voce ferma e sicura: «Del resto gli scarichi industriali, oltre al calore immesso direttamente nell’atmosfera, sono responsabili dell’aumento della temperatura terrestre anche per un altro motivo.

Gli inquinanti contenuti in essi generano delle reazioni chimiche venendo a contatto con l’ossigeno contenuto nell’aria e queste reazioni avvengono quasi sempre con rilascio di calore che, in tale modo, viene immesso direttamente nell’atmosfera.» continuò il meteorologo, aumentando il tono della sua voce sull’argomento clou del suo articolo, quello che mostrava il principale coinvolgimento tra l’aumento di calore dovuto all’inquinamento urbano ed industriale e le malattie allergiche dell’apparato respiratorio: «I prodotti chimici quindi e i gas di scarico delle auto o quelli industriali, oltre a contenere una elevata quantità di anidride carbonica ed essere già caldi quando escono dalle marmitte delle automobili o dalle ciminiere, sono la principale causa dell’immissione di sostanze nocive nell’atmosfera, ottenute per reazione chimica tra i prodotti inquinanti e l’ossigeno dell’aria, che a loro volta, possono provocare delle reazioni organiche, di tipo allergico, all’interno del nostro organismo, tra cui l’asma bronchiale.»  A questa frase il pubblico si alzò in piedi, sottolineando l’esposizione di Alex con un lungo applauso.

Alla fine della presentazione, dopo un paio di domande che chiarirono qualche piccolo particolare, il presidente dell’assemblea ringraziò Alex per il suo prezioso contributo e per la chiarezza con cui lo aveva esposto. Il Ministro fece un cenno di assenso con il capo, che per il meteorologo e per gli organizzatori del convegno rappresentò una soddisfazione senza pari. La Presidente di Federasma non stava nei suoi panni dalla gioia, aveva avuto una intuizione giusta ad invitare un rappresentante del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare e quel giovane che avevano inviato era stata proprio la persona adatta. In poche parole, semplici e chiare, aveva messo a fuoco il collegamento tra la malattia e l’ambiente in cui viviamo nonché la responsabilità dell’uomo nelle variazioni climatiche sulle aree urbane. Molti conferenzieri avevano già preso dei blocchi notes su cui appuntare le numerose domande che intendevano porgli la sera, subito dopo la chiusura del primo giorno del convegno.

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