lunedì 10 marzo 2014

Terremoti: E se fosse il Big One?

web Nove marzo 2014: terremoto di magnitudo 6.9, localizzato al largo delle coste californiane. La notizia è di quelle che fanno drizzare subito le orecchie, non tanto per la potenza dell’evento: 6.9 della scala Richter, che già è un valore molto elevato, quanto per il luogo in cui è avvenuto: in California! Sulla costa occidentale degli Stati Uniti corre la infatti la famosa: “faglia di Sant’Andrea”, per cui, quando accade un terremoto in quella zona, tutti pensiamo subito al “Big One” ed abbiamo paura.

 
Al giorno d’oggi molti film sono focalizzati su degli eventi catastrofici, naturali o causati da qualche ipotetica popolazione aliena, che potrebbero avvenire in un futuro abbastanza prossimo  e distruggere il nostra bella Terra. Ma finchè si parla di fantascienza, alla fine del film possiamo tirare un grosso sospiro di sollievo e dire tra noi: “ma perché ce la stiamo a tirare?”.

Mentre il  “Big One” è tutta un’altra cosa! Questo è un evento scientificamente previsto da parecchio tempo! Per cui è normale che ci faccia tanta paura.
La crosta terrestre, pur se costituita da rocce molto dure, è formata dall’unione di numerose “zolle”, ognuna vasta quanto un continente, separate tra loro e con la possibilità di scorrere lentamente le une verso le altre. Ciò a causa delle enormi quantità di energia generate dalla forza centrifuga, dovuta al movimento di rotazione della Terra stessa. Entrano anche in gioco le reazioni chimiche che avvengono nel nucleo terrestre, che si trova in uno stato fluido a causa della sua altissima temperature, dell’ordine di qualche migliaio di gradi, per cui le forze in gioco sono enormi ed è assolutamente impossibile prevedere il giorno e il luogo esatto dove esse scateneranno i loro effetti.

Le zone che separano una zolla dall’altra, sono soggette a delle “faglie”, ossia delle linee di frattura in cui le due zolle adiacenti scorrono orizzontalmente o tendono a sovrapporsi una sull’altra.
La più nota tra queste faglie è quella detta di “Sant'Andrea”, che si estende per oltre 1300 km attraverso la California, tra la placca nordamericana e la placca pacifica. Essa è famosa per i devastanti terremoti che si sono verificati nelle sue immediate vicinanze. Ne sono esempi recenti il terremoto di Fort Tejon (poco a nord di Los Angeles) nel 1857, di magnitudo 8, e il terremoto di San Francisco, nel 1906, di magnitudo 8,3.

La faglia fu individuata per la prima volta nel 1895 da Andrew Lawson, professore di Geologia dell'Università di Berkeley, che la chiamò così perché partiva da un piccolo lago, la Laguna de San Andreas, situato su una valle formata proprio dalla faglia a sud di San Francisco. Dopo il terremoto di San Francisco, Lawson scoprì anche che la faglia di Sant'Andrea è estesa in particolare nella California meridionale.

The Big One ("quello grosso", come viene chiamato negli Usa) è il nome dato ad un possibile futuro terremoto che potrebbe essere uno dei più potenti mai verificatisi negli Stati Uniti, sicuramente superiore al settimo grado della Scala Richter, ma probabilmente di potenza ben più elevata.

Questo terremoto potrebbe scatenarsi come conseguenza dell'elevato accumulo di energia nella faglia e determinerebbe il distacco dalla terraferma di una enorme striscia di territorio che inizia con la penisola di California, continua sul “Salton Sea”, passa a ridosso della vasta area metropolitana di Los Angeles, attraversa la cittadina di Parkfield, che è uno dei luoghi più monitorati per lo studio dei terremoti e si conclude nella baia di San Francisco. Nella evenienza in cui si verificasse questo terremoto, entrambi queste due metropoli sarebbero messe in forte pericolo dal Big One.
Alcuni studi realizzati nel 2005 affermano che le probabilità che il Big One colpisca la California entro 30 anni a partire dalla data dello studio sono molto alte.

Altre notizie di interesse scientifico si possono trovare sul sito http://www.alfiogiuffrida.com/

 

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