martedì 3 dicembre 2013

“Quella notte al Giglio” di Alfio Giuffrida – Quando una donna si innamora di un’altra donna.

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È un brano del libro:  “Quella notte al Giglio” di Alfio Giuffrida
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Con quella frase Alex si fermò, a quel punto iniziava quella breve parentesi scabrosa, che tuttavia era stata la fase più oscura dell’intera vicenda. Guardò la moglie con un’aria di attesa, voleva sapere perché quel sabato mattina lui si era trovato coinvolto nel loro gioco d’amore! Che effetto aveva avuto la sua presenza nel far riconciliare i due fidanzati coreani?

Silvia lo guardò con l’aria impaurita: «Non ti ho mai chiesto cosa sia accaduto tra voi due, in quelle due ore che vi ho lasciato soli e come vedi non te lo chiedo neanche adesso. Sono stata io a volerlo, per cui qualunque cosa abbiate fatto, avete avuto la mia approvazione e benedizione!».

Alex la guardò stupito ed adirato, era lui che voleva sapere perché era stato chiamato a partecipare ad uno dei loro incontri amorosi. Non lo aveva chiesto lui di entrare a farne parte: «Tra me e Bae non è accaduto nulla! Io non ho proprio niente da nascondere. Sei tu che devi dirmi perché mi hai chiamato in mezzo a voi!».

Silvia arrossì ed abbassò gli occhi. Quella affermazione che tra loro due non era accaduto nulla le diede una grande gioia, anche perché, dal tono della voce del marito, capì che era assolutamente sincera.

Ma questo la fece vergognare ancora di più dell’intrigo che lei aveva organizzato e di come vi aveva tirato in mezzo il marito, trattandolo come un oggetto. «Da un paio di giorni mi ero accorta che quel che provavo per Bae era amore, mentre lei non si accontentava più delle mie carezze femminili! Lei aveva bisogno di un uomo, che la facesse sentire donna con la forza della sua natura ed anche con il vigore del suo …» alzò un attimo lo sguardo verso il marito, cercando di intuire se lui dava cenno di giustificare il suo gesto. Ma il volto di lui rimase inflessibile.

Tirò su un singhiozzo e, dopo una piccola pausa, continuò: «Mi capisci? Comprendi il dramma che avevo dentro di me? In quel momento per te sentivo solo amicizia e ti ho voluto mettere al mio posto per costringerla a scegliere tra me e un uomo. Così organizzai tutto la sera prima. Le dissi che le avrei fatto provare la differenza tra la mia soave dolcezza e l’ebbrezza virile di essere posseduta da un uomo.

Ti lodai nelle tue doti maschili e le dissi che di te non me ne importava più nulla. Le giurai che amavo solo lei e doveva essere proprio lei a scegliere: se avesse voluto te, vi avrei persi entrambi, altrimenti ti avrei lasciato un biglietto di addio e sarei andata a vivere con lei. Ma lei non scelse né me né te, scelse invece Park e per questo io ritornai ad immaginarmi come tua moglie e, gradualmente, cercai di ricucire il nostro rapporto che, in quell’oscuro periodo, era proprio finito.»

Alex ebbe di nuovo uno scatto di rabbia, agitò le mani come se volesse colpirla con uno schiaffo. Lei chiuse gli occhi e arricciò la fronte, per un attimo fu contenta di quel gesto dettato dall’ira. Avrebbe proprio voluto quello schiaffo, sapeva che se lo meritava proprio. Ma anche quella seconda volta, lo schiaffo non arrivò!

Alex era troppo signorile per colpire una donna ed in particolare sua moglie, alla quale voleva un bene infinito. «Dunque era così falso ed insignificante l’amore che ti legava a me? » Replicò con la voce strozzata dalla rabbia. Silvia gli gettò le braccia al collo e lo baciò. «Scusami …. Se puoi!» Gli disse scoppiando in un pianto dirotto! «In quei giorni avevo proprio perso la testa! Mi sentivo in colpa verso di lei e mi sono immersa completamente nel suo personaggio.

Volevo immedesimarmi nei suoi sentimenti, martoriati da quella profonda delusione amorosa, per impedire che vacillassero, facendola precipitare nella più profonda delle depressioni. Volevo proteggere il suo corpo da atti inconsulti, affinché non mettesse in atto qualche gesto irrimediabile. E invece di quel corpo me ne sono innamorata, pazzamente e totalmente. In quei giorni pensavo solo a quello, desideravo toccarlo, baciarlo, massaggiarlo, amarlo.
 
Era un sentimento morboso ...........

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