mercoledì 19 dicembre 2012

I Cicloni Mediterranei


Un ciclone tropicale è un sistema di bassa pressione caratterizzato da una vasta area dove le correnti sono fortemente ascendenti, ad esclusione di una piccola zona al centro del ciclone, con tempo estremamente perturbato. Una tale perturbazione è caratterizzata da numerosi temporali che producono forti venti e pesanti piogge. Questi cicloni si ingrossano grazie al calore liberato dall'aria umida che evapora, con conseguente condensazione del vapore acqueo. Sono diversi da altre tempeste proprio perché hanno un diverso meccanismo di alimentazione del calore.

La domanda che ci poniamo oggi, dopo che l’uragano Sandy, pur se al livello di Tempesta Tropicale, ha causato forti danni a New York, riguarda il nostro Paese e il bacino del Mediterraneo in cui l’Italia è baricentrica. Gli uragani possono formarsi o arrivare fin qui? Siamo anche noi a rischio?


In teoria la risposta è “no!”, in quanto i cicloni tropicali non hanno nulla a che vedere con le classiche perturbazioni di ogni area del mondo, e quindi anche delle zone temperate, perchè hanno un sistema “esclusivo” di alimentazione del calore. Essi si formano vicino all'equatore, a circa 10° di latitudine di distanza da esso. Inoltre gli uragani che si formano ai Caraibi non si sono mai spinti all’interno del Mediterraneo.

Tuttavia, pur con una scala diversa di potenza distruttiva, anche il nostro mar Mediterraneo, in determinate situazioni sinottiche di fortissima instabilità e con l’immancabile supporto delle masse d’aria calde e umide stagnanti sopra la superficie marina, può sfornare dei veri e propri sistemi ciclonici con caratteristiche tropicali, analoghi alle tempeste tropicali o agli uragani o tifoni che si formano sul finire della stagione calda sui mari tropicali.

Questo particolare tipo di perturbazioni vengono classificate con il termine di “TLC”, o “Tropical Like Ciclones”.

Essi hanno una estensione molto più limitata, ma attorno al profondo minimo barico riescono a conservare una grandissima potenza che spesso si traduce con una intensa attività convettiva al centro, dove si possono celare dei sistemi temporaleschi particolarmente attivi, e da venti molto forti e turbolenti, spesso sotto forma di tempesta anche se il “Fetch” non raggiunge mai grandi estensioni concentrandosi proprio a ridosso dell’occhio.

Per caratteristiche interne e per forza i “TLC” non hanno nulla da invidiare ai classici cicloni tropicali che sferzano il settore tropicale dell’Atlantico, il Pacifico e l’oceano Indiano.

Questi profondi vortici ciclonici tropicali mediterranei si formano molto spesso nella stagione autunnale, fra Agosto e il mese di Gennaio, nel periodo dell’anno in cui le temperature delle acque superficiali dei mari mediterranei raggiungono i massimi valori, anche con picchi di +27° +28° su tratti del mar Libico.

In anni recenti si sono verificati numerosi casi di Tropical Like Ciclones, giusto per fare un esempio, quello avvenuto il 15 gennaio 1995, il "Medicane" (uragano mediterraneo) "Samir", dell’Ottobre 1996, l’”Uragano Vince” del 2005 che si formò davanti le coste lusitane, e la tempesta tropicale “Grace” del 2009.

Entrambi i sistemi, molto profondi, erano provvisti di una forte attività convettiva attorno l’occhio e da venti con intensità di uragano, ad oltre i 130 km/h.

Si spera quindi che, quanto prima, anche i paesi dell’area mediterranea, cosi come si fa negli USA, in Cina, Giappone o Taiwan per difendersi da uragani e tifoni, si dotino di una rete di monitoraggio più all’avanguardia per cercare di svelare i tanti misteri che ancora si celano dietro queste impressionanti quanto spettacolari perturbazioni tropicali.

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