lunedì 12 dicembre 2011

Relazione vento raro

Esempio di relazione presentata come Consulenza Tecnica al Tribunale di Roma. Le date, le località e il nome del relatore sono cancellate nel rispetto della privacy.

RELAZIONE


Premesso che attualmente non si ha una standardizzazione ufficiale sugli effetti dei fenomeni meteorologici, si riportano alcune note di carattere statistico climatico, per una classificazione dei possibili danni causati dal vento (1).

In meteorologia si usano varie procedure per avere una misura del vento che abbia un significato scientifico. Nelle osservazioni sinottiche triorarie la velocità del vento viene misurata come “media delle velocità istantanee che si verificano nei 10 minuti che precedono l’ora di osservazione”.
Nei bollettini riepilogativi giornalieri viene riportata invece la massima velocità istantanea che si è verificata nel corso della giornata.
Nei bollettini “metar”, dedicati alla navigazione aerea, vengono invece riportate, oltre le velocità medie nei 10 minuti, anche le raffiche, intese come brusche variazioni della velocità del vento, di breve durata, in cui la velocità istantanea supera di almeno 10 nodi la velocità media nei 10 minuti precedenti.
La velocità, in genere,  viene misurata in nodi (1 nodo = 1.85 Km/h).

Nel campo dei danni che possono essere prodotti dal vento, si ha che gli effetti variano molto a seconda della sua velocità, dell’inclinazione con cui vengono colpiti gli oggetti, dalla forma, dalla rigidità e dal modo con cui gli oggetti sono fissati alle strutture fisse.
La velocità del vento è inoltre molto variabile nel tempo e nello spazio, per cui non è possibile avere una esatta misura in ogni istante e luogo.
Non è facile quindi stabilire i danni che possono essere provocati dal vento, possiamo al più individuare una serie di effetti che si verificano al variare della velocità, che fra i parametri che abbiamo elencato è senz’altro quello più importante.

Una classificazione standard ed ufficiale degli effetti del vento è data dalla “scala anemometrica di Beaufort”, di cui si riporta una sintesi, tratta dalla pubblicazione Met MS3 (2). Essa trova largo impiego nell’individuazione dei fenomeni che si verificano in mare, ma contiene informazioni utili relative anche alla terraferma.
Sinteticamente i venti possono essere classificati come segue:
DEBOLI  = velocità da 1 a 10 nodi (da 1 a 18.5 km/h),
MODERATI  = velocità da 11 a 20 nodi (da 19 a 37 km/h),
FORTI  = velocità oltre 20 nodi (oltre 37 km/h).

Tra i venti forti possiamo segnalare alcuni eventi in cui il vento può provocare danni:
BURRASCA = velocità maggiore o uguale a 35 nodi (65 km/h), provoca danni agli alberi,
BURRASCA FORTE = velocità maggiore o uguale a 40 nodi (75 km/h), provoca danni agli edifici,
TEMPESTA = velocità maggiore o uguale a 50 nodi (90 km/h), provoca danni considerevoli e generalizzati.


Oltre questa classificazione, che può essere considerata valida indipendentemente dalla località, possiamo formularne un’altra, che potremmo definire relativa ed essere riferita a ciascuna singola località, la quale potrebbe essere più o meno ventosa. Questa seconda classificazione può essere dedotta dall’analisi statistica delle osservazioni rilevate in quella località in un lungo periodo di tempo.

In statistica esistono vari tipi di distribuzioni teoriche alle quali è possibile ricondurre, con approssimazione più o meno significativa, le distribuzioni sperimentali dei vari parametri; nel caso del vento la distribuzione che meglio si adatta ai dati sperimentali, è quella per “centili” (3).
In sintesi disponendo di una lunga serie di osservazioni, è possibile disporre le velocità del vento in ordine crescente, in modo da raggrupparle in un grande numero di classi o scalini. In genere il numero delle classi è uguale a 100, per cui ciascuna di esse è detta “centile”.
Costruita questa scala con i dati di osservazione di un lungo periodo, quando andiamo ad effettuare una singola osservazione dobbiamo aspettarci che essa ha una probabilità di verificarsi tanto più elevata quanto la sua velocità appartiene alla zona centrale della scala, e tanto più rara quanto è vicina agli estremi.
Elaborata questa base statistica, possiamo classificare ciascuna velocità in base alla posizione che essa occupa nella totalità delle osservazioni.

Con buona logica, basata anche sulla consuetudine, usata nei test statistici di significatività, di accettare una ipotesi solo  quando rientra nel 95% della base statistica dei dati (4), possiamo classificare nel seguente modo una velocità del vento:

INFERIORE ALLA NORMA, quando è compresa nei centili da 1 a 20,
NELLA NORMA, quando è compresa nei centili da 21 a 80,
SUPERIORE ALLA NORMA, quando supera è compresa nei centili da 81 a 100.

Il fatto che un vento si inserisca nella zona che abbiamo chiamato “superiore alla norma”, non è sufficiente a classificarlo come un evento eccezionale. Per parlare di “Rarità” o di “Eccezionalità”, è necessario che il caso che prendiamo in considerazione si posizioni in una “coda” della totalità delle osservazioni che non superi il 5% dei casi.

Possiamo quindi dire che un evento è “RARO” o “ECCEZIONALE” quando è compreso nei centili da 96 a 100 (percentuale inferiore al 5% dei casi).

A margine di quanto è stato finora detto, occorre fare una considerazione di carattere generale, in accordo al fatto che è impossibile avere una misurazione del vento in ogni istante e luogo.
Quando si è in presenza di temporali, con o senza precipitazioni, sono frequenti forti variazioni della velocità (raffiche o groppi) che, per quanto detto prima, non sono rilevate dagli strumenti di misura.

Scala anemometrica di Beaufort, sintesi relativa ai fenomeni sulla terraferma.


Termine
Vel. (nodi)
Specificazioni
0
Calma
< 1
Calma, il fumo sale verticalmente
1
Bava di vento
1-3
La direzione è indicata dal fumo ma non dalle banderuole
2
Brezza leggera
4-6
Il vento è percettibile sul volto, le foglie tremolano; una banderuola ordinaria è messa in movimento
3
Brezza tesa
7-10
Foglie e piccoli rami in costante movimento; il vento dispiega le bandiere leggere
4
Vento moderato
11-16
Vengono sollevati polvere e piccoli pezzi di carta; i piccoli rami sono agitati
5
Vento teso
17-21
Gli arbusti fronzuti cominciano ad ondeggiare; piccole onde con creste si formano sulle acque dei bacini interni
6
Vento fresco
22-27
I grossi rami sono agitati; si odono sibilare i fili telegrafici; gli ombrelli sono usati con difficoltà
7
Vento forte (quasi burrasca)
28-33
Gli alberi sono completamente agitati; difficoltà a camminare contro vento
8
Burrasca
34-40
I piccoli rami vengono spezzati; in generale è molto difficoltoso procedere contro vento
9
Burrasca forte
41-47
Danni leggeri agli edifici (asportazioni di comignoli e tegole)
10
Tempesta
48-55
Si verifica raramente nell’entroterra; gli alberi sono sradicati; danni considerevoli agli edifici
11
Tempesta violenta
56-63
Si verifica raramente; provoca gravi devastazioni
12
Uragano
> 64
Non si ha una base statistica sulla terraferma



(1)  Note tratte dalla seguente pubblicazione tecnico - scientifica: Rivista di Meteorologia Aeronautica – vol. 61 anno 2001 - Autore: Col. GArn Alfio GIUFFRIDA – Titolo: Caratteristiche del vento al suolo.
 (2) Met MS3 – Messaggi Meteorologici delle Osservazioni Sinottiche in superficie – Pubblicaz. Interna del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.
(3) A. Giuffrida – Meteorlogia Statistica e Climatologia – Scuola di Guerra Aerea – Firenze 1988.
(4) M.R. Spiegel – Statistica – Collana Schaum – Etas libri 1976.




Tutto ciò premesso:

Condizioni meteorologiche a XXX, nei giorni xx e xx mese 2001

Descrizione del tempo:
Le regioni centrali italiane sono interessate da una violenta perturbazione, con cielo molto nuvoloso o coperto e presenza di nubi temporalesche.

Fenomeni:
A Roma Ciampino si è avuta pioggia durante la seconda parte del giorno xx e nella prima parte del giorno xx; le precipitazioni sono state a carattere temporalesco dalle ore 00 alle ore 06 del giorno xx. I venti sono stati forti, soprattutto il giorno xx nelle ore centrali della giornata.

Dati registrati nelle varie stazioni:
Località                Giorno                 Vento max                   

                                               Dir.    Velocità                       

Roma Ciampino  xx               150°    40 nodi (74 km/h)      
Roma Ciampino  xx               150°    37 nodi (68.5 km/h)   

Considerazioni statistiche:
A Roma Ciampino, nel periodo 1951-2001 un vento superiore a 40 nodi si è verificato in 477 casi su un totale di 15081 casi esaminati, corrispondenti ad una percentuale del 3.16%.
Parimenti un vento superiore a 37 nodi si è verificato in 740 casi (sempre su 15.081 presi in considerazione), corrispondenti ad una percentuale del 4.91%.

Conclusioni:
Visto quanto premesso nella prima parte della presente relazione, possiamo concludere che:
-         nella stazione di Roma Ciampino, nei giorni xx e xx mese 2001, il vento è stato molto forte, classificabile come BURRASCA nella scala anemometrica di Beaufort e quindi con la possibilità di provocare danni a persone e cose. Inoltre, nel periodo 1951-2001, un vento con velocità uguale o superiore a quello in esame si è verificato in meno del 5% dei casi (per l’esattezza nel 3.16% e nel 4.91% dei casi esaminati), per cui può ragionevolmente essere considerato come evento RARO.
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