È
un brano del libro:
“Chicco e il Cane” di Alfio Giuffrida
Si
trova in libreria oppure on line. Ecco i link:
«Le
città della Terra sono in espansione,» disse, scandendo le parole ed usando un
tono serio e professionale, «esse trasformano le superfici piane in aree ricche
di pareti verticali, aumentando a dismisura i punti di assorbimento dei raggi
solari.
Molte
persone, poco esperte sulla meteorologia e ignare delle proporzioni tra la
quantità di energia che la Terra riceve dal Sole in modo naturale e quella che
noi uomini produciamo artificialmente tramite i termosifoni o gli scarichi
delle nostre autovetture, pensano che la causa principale del riscaldamento
globale che sta avvenendo nell’ultimo secolo, di cui si parla tanto, sia dovuta
proprio ai riscaldamenti domestici o al traffico stradale, ma non è così. In
effetti l’energia che il nostro pianeta riceve dal sole è migliaia di volte più
grande di quella che produciamo artificialmente, per cui il riscaldamento delle
aree urbane è dovuto quasi esclusivamente al differente modo con cui i raggi
solari vengono assorbiti su un terreno di campagna o su un agglomerato urbano.
Vi è poi un fattore diverso che contribuisce al riscaldamento dello strato di
atmosfera più vicino al suolo, ed è dovuto all’effetto serra prodotto da alcuni
gas presenti nell’atmosfera, ma in questo momento non ci stiamo interessando di
questo secondo argomento.»
Con
poche ma precise parole egli capovolse le idee sbagliate che molti dei presenti
avevano sulle cause dell’aumento della temperatura nel primo strato di
atmosfera che avvolge la Terra. Quindi spiegò quelle sue prime affermazioni,
che aveva detto come antefatto, giusto per far capire ciò di cui voleva
parlare, in modo più scientifico e particolareggiato.
«Il
calore generato dagli scarichi delle automobili ed in generale dalle attività
industriali e dai mezzi di trasporto, o quello prodotto dai termosifoni, hanno
una influenza del tutto marginale.» affermò con la sicurezza di chi ha studiato
a fondo il problema. «La causa principale del riscaldamento ambientale è dovuta alla quantità di energia che il suolo assorbe
dai raggi solari. Un terreno piatto assorbe l’energia di un raggio incidente,
proveniente dal Sole, una sola volta. Il raggio viene poi riflesso verso il
cielo e non colpisce più la superficie terrestre.
Al
contrario, un raggio solare che colpisce una città si trova immesso in una
struttura ad U, formata dalla strada in basso e dalle pareti dei palazzi ai
lati. In queste condizioni, il raggio solare che arriva con una certa
angolazione, colpisce inizialmente la facciata di un palazzo, la quale assorbe
una prima percentuale del calore che il raggio trasporta. Poi il raggio viene
riflesso verso il basso e colpisce il suolo, dove rilascia un’altra percentuale
di energia che gli era rimasta ed infine si riflette di nuovo sulla facciata dell’edificio
dall’altra parte della strada, prima di dirigersi verso il cielo. In questo
modo riscalda il suolo tre volte prima di disperdersi, mentre in un’area priva
di pareti verticali rilascia il suo calore una sola volta.
Questa
differenza, che a prima vista potrebbe sembrare banale, in effetti è il fattore
principale del riscaldamento ambientale che si sta verificando sul nostro
pianeta. Il Sole infatti è la fonte naturale di energia che illumina e riscalda
la Terra. Essa è talmente più alta, rispetto alla somma di tutte le altre fonti
di energia prodotte dall’uomo in modo artificiale che, al suo confronto, esse risultano
del tutto irrisorie.
L’effetto
serra, legato all’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera, è anch’esso un
fattore molto importante, ma riguarda un
principio fisico diverso anche se, naturalmente, è da tenere in forte
considerazione, perché contribuisce
all’aumento della temperatura sul Pianeta per altri motivi.»
Aggiunse
questa precisazione, guardando fisso il rappresentante del Ministero dell’Ambiente,
un suo ex collega con il quale aveva lavorato assieme per qualche tempo presso
il centro sperimentale dell’ENEA. Egli, nel corso degli anni era diventato il
più potente sostenitore dell’ipotesi che l’aumento globale della temperatura
sulla Terra fosse dovuto principalmente all’effetto serra. Questi aveva già
aggrottato le sopracciglia ed era pronto a controbattere la tesi di Alex, a
sostengo dell’aumento della temperatura per effetto serra, ma Alex continuò la
sua esposizione con voce ferma e sicura: «Del resto gli scarichi industriali,
oltre al calore immesso direttamente nell’atmosfera, sono responsabili
dell’aumento della temperatura terrestre anche per un altro motivo.
Gli
inquinanti contenuti in essi generano delle reazioni chimiche venendo a contatto
con l’ossigeno contenuto nell’aria e queste reazioni avvengono quasi sempre con
rilascio di calore che, in tale modo, viene immesso direttamente
nell’atmosfera.» continuò il meteorologo, aumentando il tono della sua voce
sull’argomento clou del suo articolo, quello che mostrava il principale
coinvolgimento tra l’aumento di calore dovuto all’inquinamento urbano ed
industriale e le malattie allergiche dell’apparato respiratorio: «I prodotti
chimici quindi e i gas di scarico delle auto o quelli industriali, oltre a
contenere una elevata quantità di anidride carbonica ed essere già caldi quando
escono dalle marmitte delle automobili o dalle ciminiere, sono la principale
causa dell’immissione di sostanze nocive nell’atmosfera, ottenute per reazione
chimica tra i prodotti inquinanti e l’ossigeno dell’aria, che a loro volta, possono
provocare delle reazioni organiche, di tipo allergico, all’interno del nostro
organismo, tra cui l’asma bronchiale.» A
questa frase il pubblico si alzò in piedi, sottolineando l’esposizione di Alex
con un lungo applauso.
Alla
fine della presentazione, dopo un paio di domande che chiarirono qualche
piccolo particolare, il presidente dell’assemblea ringraziò Alex per il suo prezioso
contributo e per la chiarezza con cui lo aveva esposto. Il Ministro fece un
cenno di assenso con il capo, che per il meteorologo e per gli organizzatori
del convegno rappresentò una soddisfazione senza pari. La Presidente di
Federasma non stava nei suoi panni dalla gioia, aveva avuto una intuizione
giusta ad invitare un rappresentante del Servizio Meteorologico
dell’Aeronautica Militare e quel giovane che avevano inviato era stata proprio
la persona adatta. In poche parole, semplici e chiare, aveva messo a fuoco il
collegamento tra la malattia e l’ambiente in cui viviamo nonché la
responsabilità dell’uomo nelle variazioni climatiche sulle aree urbane. Molti
conferenzieri avevano già preso dei blocchi notes su cui appuntare le numerose
domande che intendevano porgli la sera, subito dopo la chiusura del primo
giorno del convegno.
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