La stella-cometa, per chi si
intende di astronomia, è qualcosa di assurdo. Già qualche migliaio di anni
prima di Cristo gli scienziati di allora sapevano bene cosa fosse una stella e
cosa una cometa. In effetti, come scrive Alfio Giuffrida ne suo romanzo
(scientifico divulgativo) “Deserto verde” (ed anche nella edizione rivista “La
danza dello sciamano”), “Quello fu il nome dato a quella strana figura,
simile ad una stella allungata, che il pittore Giotto raffigurò per la prima
volta nel 1303 in un complesso di affreschi dedicato alla “Adorazione dei
Magi”, che si trova a Padova, nella Cappella degli Scrovegni.” In effetti Giotto si riferiva al vero fenomeno
che, secondo la scienza, ha annunciato la nascita di Gesù. Si tratta della congiunzione
delle orbite di Giove e Saturno, viste dalla Terra, che i tre astronomi Melchiorre,
Baldassarre e Gaspare, detti Re Magi, avevano calcolato. “Quando si resero
conto, secondo i loro calcoli, che la data della congiunzione delle orbite di
Giove e Saturno era ormai vicina, furono inviati dal loro Re in Palestina per
verificare se in quella regione si potesse effettivamente vedere quell’evento
astronomico eccezionale e se, come era scritto nella profezia, fosse nato un
bambino che avesse avuto le caratteristiche richieste per diventare il Re che
loro aspettavano.”
Sappiamo che Giove e Saturno
si avvicinano regolarmente nelle loro orbite ogni vent’anni circa, ma non tutte
le congiunzioni producono effetti tanto spettacolari per noi che osserviamo
dalla Terra. Infatti è solo quando si sovrappongono esattamente che il fenomeno
assume un carattere eccezionale per la sua spettacolarità. Scrive ancora
Giuffrida nel suo libro: “Tale fenomeno, che avviene mediamente ogni 854 anni,
può essere “osservato”, tramite una simulazione effettuata con un computer,
percorrendo a ritroso le orbite dei due pianeti e posizionando l’ipotetico
osservatore nella città di Gerusalemme. Potremmo vedere in questo modo che le
due orbite si sovrapposero nel 1702 d.C., nel 854 d.C. e il 13 novembre
dell’anno 7 avanti Cristo. L’evento può essere osservato dalla Terra come
l’unione dei due astri luminosi che si avvicinano fino a diventare un unico
corpo luminoso molto intenso e di forma allungata, poi per un paio di giorni,
si vedono come un unico pianeta molto grande e lucente, ed infine si
allontanano e appaiono nuovamente di forma allungata finché non si separano
completamente.
Durante questa
congiunzione essi appaiono, per diffrazione della luce, molto più grandi della
somma delle singole sorgenti luminose, per cui l’evento può essere osservato ad
occhio nudo e desta notevole stupore.”
Ieri, 21 dicembre 2020, le orbite dei due pianeti, viste dalla Terra, erano
molto vicine e il fenomeno poteva essere osservato, individuando la loro traiettoria
con l’aiuto di alcuni programmi di carattere astronomico che si scaricano sui
cellulari. Per vedere il fenomeno nella sua pienezza, come quando è nato Gesù,
occorre invece aspettare l’anno 2556 (1702 anno dell’ultimo congiungimento
pieno più 854 anni). Noi sicuramente non ci saremo, ma i nostri libri forse ci
saranno e qualcuno potrà verificare se avevamo previsto bene oppure no.
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