Lui era un vero “Onorevole”! Non era come tutti quelli che lo hanno succeduto, pronti a vendere l’anima al diavolo pur di avere quella carica, solo per cavarne quanti più soldi possibili.
Da allora, infatti, tutto è cambiato, anche quel “Don”, che
prima si attribuiva ad un saggio come segno di massimo rispetto, mentre adesso
si attribuisce ai “Mafiosi”, con una smorfia di Ipocrisia. Forse la storia si
ripete, come un paio di secoli fa, quando in Sicilia, chi subiva un torto,
evitava di rivolgersi alla Giustizia dei Borboni, sapendo già che non avrebbe
avuto giustizia. E allora non restava che rivolgersi alla persona che, nel
paesello dove viveva, aveva un certo carisma sui compaesani, alla persona
saggia, che godeva del massimo rispetto: al “Don” del paese. Quando poi la
Sicilia è diventata Italia, i Don non si sono rassegnati a perdere il loro
potere e si sono imposti con la forza e la violenza, diventando Mafiosi.
Oggi ci rivolgiamo al politico per “raccomandarci” su qualcosa che vogliamo ottenere, ma il politico è un “Onorevole” o un “Don”? Oggi non abbiamo più fiducia nella politica. Siamo dunque maturi per un risveglio della mafia?
Oggi ci rivolgiamo al politico per “raccomandarci” su qualcosa che vogliamo ottenere, ma il politico è un “Onorevole” o un “Don”? Oggi non abbiamo più fiducia nella politica. Siamo dunque maturi per un risveglio della mafia?
“ODORE DI SUJO” è il nuovo “progetto editoriale” di Alfio
Giuffrida.
È un romanzo, ma è anche un atto di accusa verso tutta la
classe politica. Il sujo, infatti, è la puzza più profonda, che non si sente
col naso ma con la mente. È il modo di puzzare di alcuni politici, che con
Ipocrisia si sono presentati agli elettori come benefattori e poi li hanno
traditi sporcandosi le mani nel peggiore dei modi.
Appartiene al genere letterario “Verismo Interattivo”, che
consiste nell’inserire, nel testo dei romanzi, degli spunti di discussione su
argomenti sociali e di attualità, che poi possono essere commentati in dei
FORUM, come ad esempio quello già esistente su questo sito, dove già sono
attive molte discussioni.
Il brano che segue è tratto da “Odore di sujo”, di Alfio
Giuffrida.
Chi racconta è Jennifer, che ritorna a casa dopo un incontro
con il figlio, il quale, atterrito, le aveva confessato una sconcertante
scoperta: il politico cui lui forniva la droga, non era un semplice
consumatore, ma il capo della banda di spacciatori. Tuttavia qualcuno (forse un
carabiniere) lo aveva tradito, per ricattarlo, con un filmino nel quale era
documentato un suo amplesso con una minorenne.
Da: Alfio Giuffrida - Odore di sujo
Capitolo 10 ….. Omissis Quando tornai a casa, ebbi un’altra sorpresa: c’era Fernando ad attendermi. Come aveva avuto il mio indirizzo? Come aveva fatto ad entrare? Non c’era alcun segno di scasso sulla porta. Eppure lui era li, severo come un ceppo, tetro come la morte!
«Ti è piaciuto fare quattro chiacchere con tuo figlio?
Adesso lui morirà e forse anche tu ed io faremo la stessa fine.»
Nelle sue mani comparve un coltello a serramanico, ma io non
ebbi paura. Poteva anche torturarmi, o forse uccidermi. Per nessun motivo avrei
detto a lui o a chiunque altro dove era nascosto Louis e ciò che sapevo.
«Chi è stato a fare i nomi di tutti? Tu lo sai!» Mi gridò
lui in faccia, cercando di incutermi paura con il suo coltello e il suo
sguardo. Ed in effetti era talmente turpe che avrebbe terrorizzato chiunque, ma
non me. Nel mondo della malavita non ci si può fidare di nessuno, prima o poi
qualcuno ti tradisce e la paghi per tutte quelle che hai fatto.
«Tu sai tutto di questa storia. È stato lui a raccontarti di
Fausto e di Nicole. Avanti ieri siete stati un’ora seduti al Mocambo e avete
parlato di questo, vi hanno visto in molti. E allora ti ha raccontato anche chi
ha girato il filmino e chi ha fatto i nomi. Lui era l’unico ad essere presente
li a Siena.»
Mi sentivo persa, ma quelle sue parole contenevano un errore
e questo fece rinascere in me la Speranza. Dunque lui sapeva del nostro incontro
al locale di due giorni prima, ma non del saluto di mezz’ora fa.
«Si, è vero, mi ha detto quello che è accaduto al Palio, ma
di questo filmino che dici tu non so nulla. Cosa è accaduto?» Risposi io
cercando di fare la faccia stupita, come se non sapessi nulla di quella
notizia.
«Dunque tu non sai nulla del filmino? Quando vi siete visti
su al Mocambo?»
«La stessa sera che è tornato da Siena.» Mi affrettai ad
affermare io, sapendo che quel che stavo dicendo era vero, poteva controllare e
sapevo che lui lo avrebbe fatto. «Cos’è questo filmino? Chi lo ha fatto?»
Incalzai io, cercando di sapere da lui qualche particolare che, forse, neanche
Louis sapeva.
«No, niente. Se non sai nulla è meglio così. Ma se qualcuno
ti chiede, non dire niente, non ti immischiare, o tu e tuo figlio ve ne
pentirete.» E andò via sbattendo la porta.
….. Omissis
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