Un giorno, in un’area completamente isolata del campo base situato nel deserto, due tecnici italiani stavano istruendo altrettanti operai tunisini sull’uso di un bulldozer.
I tunisini erano molto impacciati e all’improvviso, una manovra sbagliata da parte di uno di loro, si trasformò in una tragedia. Il mezzo infatti si ribaltò, schiacciando con il suo peso i due tecnici italiani.
Gli operai tunisini furono sbalzati fuori e ciò, unitamente al fatto che i due italiani avevano altruisticamente fatto indossare a loro i due caschi di protezione che erano a disposizione sul veicolo, salvò loro la vita.
Provarono a vedere come stavano i loro istruttori, li chiamarono ma non risposero. Ad una prima ispezione sembrava che fossero morti entrambi. Nessuno aveva assistito all’incidente.
I due operai, appena si resero conto di ciò che era accaduto, si tolsero i caschi di protezione e li gettarono a terra, quindi raggiunsero subito a piedi lo studio di Tarek, situato in un container al centro del campo base. Gli raccontarono come si era svolto l’incidente, terrorizzati per le conseguenze che ciò avrebbe causato nei loro confronti.
Tarek, sapendo che quei due operai non erano stati assunti in modo regolare, capì subito che quell’incidente avrebbe fatto passare seri guai non solo ai due operai, ma anche a lui, per cui si premurò ad inventare una storia nella quale loro due non ci fossero affatto.
Stette solo pochi minuti a riflettere, alla fine mise a punto una versione che poteva essere convincente. Agli occhi degli inquirenti doveva risultare che l’incidente fosse avvenuto quando i due tecnici italiani erano da soli. «Del resto loro erano morti e sicuramente non avrebbero avuto modo di controbattere questa versione dei fatti.», pensò cinicamente Tarek.
Subito dopo chiamò Samir, gli raccontò come era avvenuto effettivamente l’incidente e come invece doveva essere raccontato. Gli disse che doveva risultare che i due operai tunisini quel giorno si trovavano a Gabes e non si erano mossi da quel posto, dove c’era un altro cantiere.
Inoltre Samir avrebbe detto che lui, da lontano, aveva assistito all’incidente e, dopo essersi avvicinato ai due italiani e constatato che per loro non c’era più nulla da fare, avrebbe avvertito lui stesso la polizia e avrebbe testimoniato che i due tecnici italiani erano soli.
Così Samir andò subito sul luogo dell’incidente e fece sparire i caschi di protezione che erano rimasti accanto al bulldozer, in modo da dare la colpa alla ditta e non direttamente ai due tecnici.
Nel frattempo Tarek chiamò i due operai nel suo container, dove aveva un quadro, una riproduzione del famoso “Manao Tupapau” di Paul Gauguin, nel quale era raffigurata una donna terrorizzata distesa su un letto ed una figura in piedi che rappresentava lo spirito dei morti, al quale tutta la comunità dei dipendenti di Tarek dava un grande potere scaramantico, per cui lui sapeva che tutti gli operai ne avevano una grande soggezione.
Sotto quel quadro, fece giurare solennemente ai due operai che avrebbero riferito sempre agli inquirenti solamente la versione dei fatti che lui gli spiegò dettagliatamente e gli impose. Da questa risultava che loro, quel giorno, erano rimasti a Gabes per vari motivi e se un giorno qualche giudice li avesse chiamati e posto loro delle domande, avrebbero sempre dovuto confermare quella versione dei fatti.
Subito dopo Samir li accompagnò in città con la sua auto e poi andò in polizia per denunciare l’accaduto.
L’inchiesta fu breve e constatò che i due tecnici italiani erano sprovvisti di casco di protezione, per cui la morte era avvenuta per la mancanza dei mezzi di sicurezza individuali. La colpa fu data quindi a Vito, responsabile della Ditta per la quale loro lavoravano.
La notizia della incriminazione di Vito, destò un grande rammarico tra tutti i suoi tecnici che lo stimavano molto.
È un brano del libro: “Chicco e il Cane” di Alfio Giuffrida
Si trova in libreria oppure on line. Ecco i link:
http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=alfio+giuffrida
http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/catalogo/searchresults.html?prkw=alfio+giuffrida
http://www.webster.it/c_power_search.php?shelf=BIT&q=alfio+giuffrida&submit_search_top=
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