Finalmente l’altra donna parlò: «Si allontani! Non vede che il suo cane da fastidio al mio bambino e gli provoca un attacco di asma?», disse prendendo il figlio in braccio, mentre il bimbo si contorceva cercando di afferrare il cane. «Anche la mia soffre di asma,» ribatté Tiziana, «ma il cane non c’entra, la mancanza di respiro di solito è provocata dai pollini, mentre in questo momento la loro tosse è sicuramente dovuta alla situazione stressante in cui si trovano. E non mi venga a dire che non è stata lei che ha abbandonato il cane, si vede proprio che la conosce!», continuò Tiziana con tono ancora più risentito.
«Noi non l’abbiamo abbandonata, è stata lei a scappare di casa, un giorno che avevamo distrattamente lasciato la porta aperta.» Balbettò Susanna, cercando di discolparsi ed inventando una storia che non stava né in cielo né in terra.
«Vuol farmi credere che il cane è uscito da casa da solo?» continuò Tiziana strabiliata, «e forse pretenderebbe che io le creda? Allora o è stupida oppure non conosce per nulla l’affetto e l’attaccamento che queste bestie hanno per la famiglia: un cane non uscirebbe mai da casa senza il permesso dei padroni, soprattutto se hanno un bimbo con qualche problema caratteriale come il suo, verso il quale l’animale sviluppa un elevato senso di protezione e se ne considera quasi responsabile. Vi dico pure che voi l’avrete portata piuttosto lontano, perché noi l’abbiamo trovata sulla “Via Del Mare”, mentre tornava verso Ostia provenendo chissà da dove.».
Quella frase di Tiziana non fu certo gentile nei confronti della donna e del suo bambino, anzi era proprio una maleducazione, ma lei l’aveva detta di getto, non era intenzionata ad offenderli, ma piuttosto voleva far capire alla donna quanto era stata crudele ad aver abbandonato il cane, soprattutto nel momento in cui aveva più bisogno di cure e di affetto.
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