mercoledì 22 agosto 2012

Carta. penna e calamaio


È un brano del libro: “Chicco e il Cane” di Alfio Giuffrida

Si trova on line  http://t.co/L1oZOWLK




Si narra che una notte, un grande scrittore, stanco per aver completato il più bel romanzo della sua vita, si fosse addormentato sull’ultimo foglio che aveva appena scritto, dimenticando la candela ancora accesa. In quella atmosfera da favola, con la poca luce che illuminava l’uomo dormiente e tutti i suoi oggetti più cari che gli stavano intorno, la penna, come per incanto, cominciò a muoversi e parlare. Cercò di sfilare il foglio da sotto la testa dello scrittore, con la curiosità di leggere per prima la sua opera. «Fatti forte e cerca di non romperti», disse austera alla carta mentre la tirava da un lembo, «altrimenti l’opera che “io” ho scritto potrebbe lacerarsi ed andare perduta, nonostante tutto l’impegno e la fatica con cui “io”mi sono impegnata a scriverla!».

«Ma stai scherzando», rispose indignata la carta, «il romanzo è tutta opera mia ed infatti, come vedi, sono io a custodirlo. Tu ti sei solo consumata strisciando su di me e lasciando una traccia di sporco sul mio corpo, ma sono “io” la vera detentrice dell’opera. Senza di me essa non esisterebbe».

A quel punto intervenne il calamaio, che si scorgeva appena dietro i pochi capelli dell’anziano scrittore. «Smettetela di litigare per qualcosa che non appartiene a nessuno di voi due. Un romanzo, come qualsiasi scrittura non è altro che un modo molto intelligente di ondeggiare dell’inchiostro su una superficie liscia, per cui è chiaro che sono solamente “io” l’autore del racconto. La penna e la carta non sono importanti, ciò che conta è l’inchiostro. Ma esso può essere spalmato anche su un muro o su una tavoletta di legno, può essere steso con un pennello o con un penna d’oca, eppure anche in quel modo può essere ugualmente interessante ed affascinante».

Il loro battibeccare coinvolse tutti gli oggetti che erano nella stanza, i quali cominciarono ad animarsi anche loro ed a schierasi a favore dell’uno o dell’altro dei contendenti, oppure a reclamare a loro volta la paternità dell’opera. Nel loro contendersi facevano parecchio brusio, che tuttavia non svegliava il vecchio, stanco non nelle mani, ma nella mente, la quale tuttavia era sveglia e sorrideva di quell’agitazione con un’aria di grande superiorità, ben conscia di essere lei e solo lei l’autrice di un’opera così affascinante.

Ad un tratto tuttavia si sentì un sorrisetto appena accennato, che non si capiva da dove venisse. Era come se qualcuno vegliasse su tutti loro ed in quel momento si stesse compiacendo non solo del romanzo che Lui e solo Lui aveva ideato, ma anche di quell’uomo, che Lui aveva creato a sua immagine e somiglianza, nonché di quella mente e di tutti gli altri oggetti che si trovavano sulla Terra.

Tutti si zittirono e cominciarono a raccogliersi in se stessi, pensando a loro volta chi aveva potuto creare la penna o la carta o l’inchiostro. Anche la mente ebbe i suoi dubbi: «Ma come faccio io ad esistere?», si chiese. «Chi ha inventato l’uomo? È effettivamente il frutto di un padre ed una madre, oppure è stato ideato e realizzato da un Essere superiore, del quale tutti noi non abbiamo neanche idea di come sia fatto o quanto sia grande? Forse i corpi dei due genitori hanno fatto solo da tramite per la realizzazione di qualcosa che nessun uomo, da solo,  sarebbe in grado di progettare o costruire?

Sicuramente per ottenere un essere animato serve molto di più della semplice carne, qualcosa che nessuno di noi riesce ad immaginare. Noi non sappiamo chi possa avere questa capacità ed intelligenza superiore, sappiamo solo che esiste ed è immensamente più grande di noi. Al suo confronto siamo talmente piccoli, o talmente ignoranti, che non riusciamo a vederlo, ma sappiamo solo che esiste ed oltre l’uomo, nel senso materiale, ha anche ideato una mente, che ha posto dentro di lui. Forse», pensò la mente a voce alta, mentre tutti gli oggetti ascoltavano in silenzio, facendosi piccoli piccoli, impauriti da quella evidente verità «è proprio Lui che ha scritto il romanzo e creato tutte le altre cose che si trovano nell’Universo, mentre noi abbiamo solo fatto da tramite alle sue realizzazioni?». Così l’incantesimo finì, tutti stettero di nuovo zitti e la pace ed il silenzio regnò di nuovo su quella scena.”


domenica 19 agosto 2012

Spesso i nostri figli soffrono di asma




Finalmente l’altra donna parlò: «Si allontani! Non vede che il suo cane da fastidio al mio bambino e gli provoca un attacco di asma?», disse prendendo il figlio in braccio, mentre il bimbo si contorceva cercando di afferrare il cane. «Anche la mia soffre di asma,» ribatté Tiziana, «ma il cane non c’entra, la mancanza di respiro di solito è provocata dai pollini, mentre in questo momento la loro tosse è sicuramente dovuta alla situazione stressante in cui si trovano. E non mi venga a dire che non è stata lei che ha abbandonato il cane, si vede proprio che la conosce!»,  continuò Tiziana con tono ancora più risentito.

«Noi non l’abbiamo abbandonata, è stata lei a scappare di casa, un giorno che avevamo distrattamente lasciato la porta aperta.» Balbettò Susanna, cercando di discolparsi ed inventando una storia che non stava né in cielo né in terra.

«Vuol farmi credere che il cane è uscito da casa da solo?» continuò Tiziana strabiliata, «e forse pretenderebbe che io le creda? Allora o è stupida oppure non conosce per nulla l’affetto e l’attaccamento che queste bestie hanno per la famiglia: un cane non uscirebbe mai da casa senza il permesso dei padroni, soprattutto se hanno un bimbo con qualche problema caratteriale come il suo, verso il quale l’animale sviluppa  un elevato senso di protezione e se ne considera quasi responsabile. Vi dico pure che voi l’avrete portata piuttosto lontano, perché noi l’abbiamo trovata sulla “Via Del Mare”, mentre tornava verso Ostia provenendo chissà da dove.».

Quella frase di Tiziana non fu certo gentile nei confronti della donna e del suo bambino, anzi era proprio una maleducazione, ma lei l’aveva detta di getto, non era intenzionata ad offenderli, ma piuttosto voleva far capire alla donna quanto era stata crudele ad aver abbandonato il cane, soprattutto nel momento in cui aveva più bisogno di cure e di affetto.

Le città della Terra sono in espansione


È un brano del libro: “Chicco e il Cane” di Alfio Giuffrida

Si trova in libreria oppure on line. Ecco i link:






«Le città della Terra sono in espansione,» disse, scandendo le parole ed usando un tono serio e professionale, «esse trasformano le superfici piane in aree ricche di pareti verticali, aumentando a dismisura i punti di assorbimento dei raggi solari.

Molte persone, poco esperte sulla meteorologia e ignare delle proporzioni tra la quantità di energia che la Terra riceve dal Sole in modo naturale e quella che noi uomini produciamo artificialmente tramite i termosifoni o gli scarichi delle nostre autovetture, pensano che la causa principale del riscaldamento globale che sta avvenendo nell’ultimo secolo, di cui si parla tanto, sia dovuta proprio ai riscaldamenti domestici o al traffico stradale, ma non è così. In effetti l’energia che il nostro pianeta riceve dal sole è migliaia di volte più grande di quella che produciamo artificialmente, per cui il riscaldamento delle aree urbane è dovuto quasi esclusivamente al differente modo con cui i raggi solari vengono assorbiti su un terreno di campagna o su un agglomerato urbano. Vi è poi un fattore diverso che contribuisce al riscaldamento dello strato di atmosfera più vicino al suolo, ed è dovuto all’effetto serra prodotto da alcuni gas presenti nell’atmosfera, ma in questo momento non ci stiamo interessando di questo secondo argomento.»  

Con poche ma precise parole egli capovolse le idee sbagliate che molti dei presenti avevano sulle cause dell’aumento della temperatura nel primo strato di atmosfera che avvolge la Terra. Quindi spiegò quelle sue prime affermazioni, che aveva detto come antefatto, giusto per far capire ciò di cui voleva parlare, in modo più scientifico e particolareggiato.

«Il calore generato dagli scarichi delle automobili ed in generale dalle attività industriali e dai mezzi di trasporto, o quello prodotto dai termosifoni, hanno una influenza del tutto marginale.» affermò con la sicurezza di chi ha studiato a fondo il problema. «La causa principale del riscaldamento ambientale è dovuta  alla quantità di energia che il suolo assorbe dai raggi solari. Un terreno piatto assorbe l’energia di un raggio incidente, proveniente dal Sole, una sola volta. Il raggio viene poi riflesso verso il cielo e non colpisce più la superficie terrestre.

Al contrario, un raggio solare che colpisce una città si trova immesso in una struttura ad U, formata dalla strada in basso e dalle pareti dei palazzi ai lati. In queste condizioni, il raggio solare che arriva con una certa angolazione, colpisce inizialmente la facciata di un palazzo, la quale assorbe una prima percentuale del calore che il raggio trasporta. Poi il raggio viene riflesso verso il basso e colpisce il suolo, dove rilascia un’altra percentuale di energia che gli era rimasta ed infine si riflette di nuovo sulla facciata dell’edificio dall’altra parte della strada, prima di dirigersi verso il cielo. In questo modo riscalda il suolo tre volte prima di disperdersi, mentre in un’area priva di pareti verticali rilascia il suo calore una sola volta.

Questa differenza, che a prima vista potrebbe sembrare banale, in effetti è il fattore principale del riscaldamento ambientale che si sta verificando sul nostro pianeta. Il Sole infatti è la fonte naturale di energia che illumina e riscalda la Terra. Essa è talmente più alta, rispetto alla somma di tutte le altre fonti di energia prodotte dall’uomo in modo artificiale che, al suo confronto, esse risultano del tutto irrisorie.

L’effetto serra, legato all’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera, è anch’esso un fattore molto importante, ma  riguarda un principio fisico diverso anche se, naturalmente, è da tenere in forte considerazione, perché contribuisce  all’aumento della temperatura sul Pianeta per altri motivi.»  

Aggiunse questa precisazione, guardando fisso il rappresentante del Ministero dell’Ambiente, un suo ex collega con il quale aveva lavorato assieme per qualche tempo presso il centro sperimentale dell’ENEA. Egli, nel corso degli anni era diventato il più potente sostenitore dell’ipotesi che l’aumento globale della temperatura sulla Terra fosse dovuto principalmente all’effetto serra. Questi aveva già aggrottato le sopracciglia ed era pronto a controbattere la tesi di Alex, a sostengo dell’aumento della temperatura per effetto serra, ma Alex continuò la sua esposizione con voce ferma e sicura: «Del resto gli scarichi industriali, oltre al calore immesso direttamente nell’atmosfera, sono responsabili dell’aumento della temperatura terrestre anche per un altro motivo.